La scomparsa di Lina Wertmüller, ieri, ha colpito anche Ferrara. A ricordarla, a nome della Fondazione Teatro Comunale di Ferrara, è il direttore artistico Marcello Corvino, in passato produttore di “Un’allegra fin de siècle”, unico e ultimo spettacolo di una inedita Lina Wertmüller nella doppia veste di voce narrante, interprete sul palco e autrice del testo.
IL RICORDO
«Un vero privilegio conoscerla – ricorda Marcello Corvino –. Lei, ultraottantenne in “Un’allegra fin de siècle”, si divertiva a raccontare, recitare, cantare e proporre il suo punto di vista arguto e dissacrante sul ’900, un secolo che di “mascalzonate”, come diceva lei, ne ha fatte tante, con due guerre mondiali e grandi disastri. Un secolo che però perdonava sempre perché è stato anche quello del grande cinema». Prima regista candidata all’Oscar, la grande artista aveva 93 anni e si è spenta nella notte a Roma.
Corvino ricorda anche l’omaggio alla carriera conferito a Lina Wertmüller al Bellaria Film Festival. «I suoi film verranno visti e rivisti perché assurgono alla grandezza dell’opera d’arte. Era una donna intelligente, acuta, tagliente, professionista inarrivabile. Non faceva sconti a nessuno nell’esporre il suo punto di vista ed usava magistralmente la forza dissacrante e rivoluzionaria dell’ironia».
Nell’ottobre 2010, come regista, Lina Wertmüller era stata anche in prima nazionale al Teatro Comunale di Ferrara con lo spettacolo “Gian Burrasca”, da “Il giornalino di Gian Burrasca” di Vamba. Il testo e la supervisione registica avevano la sua firma, le musiche quella di Nino Rota, con Elio a interpretare lo scatenato protagonista della produzione Parmaconcerti, in collaborazione con la Fondazione Teatro Comunale di Ferrara.
L’INTERVISTA
Sette anni fa “Un’allegra fin de siècle” fece tappa al centro polifunzionale Pandurera di Cento. Wertmüller non accompagnò lo spettacolo nella città del Guercino, ma in quell’occasione concesse un’intervista alla Nuova Ferrara. «Il Novecento è stato sì il “secolo breve”, ma non per questo privo di spunti grotteschi, tragici ed ironici. Tutti questi temi sono riproposti in scena», ci raccontò. Per poi aggiungere senza mezzi termini: «La storia si ripete sempre. Direi che guardando l’oggi, la società e le circostanze attuali, è tutto piuttosto decadente».
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