MESTRE. «Non chiediamo a Enel nessuna elemosina, ma solo che faccia il suo dovere». Centro di solidarietà “Papa Francesco” senza energia elettrica, il presidente della Fondazione, don Gianni Antioniazzi, attacca Enel. A Mestre è un’istituzione, come tutte le opere di carità pensate dal vulcanico don Armando Trevisiol e realizzate in tempi record grazie al suo braccio operativo e alla sua squadra di angeli. E il Papa Francesco, della Fondazione è l’ultimo miracolo. Parliamo dell’emporio solidale per aiutare i meno fortunati dove chi lo desidera può trovare viveri, alimenti, provviste, fare la spesa, aperto sei mesi fa, che conta 500 accessi al giorno.
SENZA ENERGIA
«Due mesi fa abbiamo scritto che il Centro di Solidarietà Cristiana Papa Francesco era ancora sprovvisto di energia elettrica» si legge dalle righe de l’Incontro. «Infatti, da quando è stato inaugurato fino ad oggi, il Centro vive con il contatore elettrico del cantiere che ha edificato la struttura. A noi l’energia non è stata ancora fornita ufficialmente. Due mesi fa Enel aveva risposto che sarebbe servita un po’ di pazienza per avere una fornitura compiuta: era necessario organizzare una cabina di trasformazione da alta tensione a corrente industriale, 380 Volt. Tuttavia, Enel si impegnava nell’arco di 15 giorni ad offrire una fornitura provvisoria di energia, sufficiente a garantire le necessità dell’ipermercato. Sono passati due mesi, non due settimane, ma non abbiamo ancora visto nulla» si lamenta don Gianni Antoniazzi.
IL CONTATORE DEL CANTIERE
«Il Centro di Solidarietà cristiana che si trova in fondo alla strada dei grandi ipermercati, oltre la rotonda Decathlon, per intendersi, è ancora allacciato al contatore del cantiere così come ha sempre dovuto fare fin da principio. Eppure, se il problema ruotava attorno alla creazione di una cabina di trasformazione, si sappia che già un anno fa la Fondazione Carpinetum ha costruito a sue spese questa famosa struttura e l’ha consegnata subito ad Enel perché vi potesse disporre in tempo per l’inaugurazione del Centro» precisa. «Il contatore di cantiere spiega il sacerdote» ha una potenza ridotta.
LA FONDAZIONE PAGA L’IMPRESA EDILE CHE FORNISCE L’ENERGIA
«Una struttura di 3600 metri quadri ha bisogno accendere molti corpi illuminanti, di attivare le pompe di calore (l’inverno è alle porte), di provvedere ai frigoriferi e alle celle freezer. C’è però anche un secondo disagio: la corrente di cantiere costa sensibilmente di più e la Fondazione deve sempre ripagarla all’impresa edile che la fornisce. Figuriamoci gli importi delle bollette. Ora: il Centro di solidarietà è nato per il servizio alle persone fragili. Non chiediamo ad Enel alcuna elemosina ma solo che faccia il suo dovere. Niente di più».
A NATALE RENDEREMO CONTO
La Fondazione, striglia la società: «Da parte sua, la dirigenza di Enel non è più radicata nel territorio. Quando si vuol comunicare con Enel. numeri nazionali che rispondono da centinaia di chilometri di distanza. Difficile che una persona del tutto ignara della situazione di Mestre metta passione in quello che fa».
Infine: «Certo, nel giorno di Natale riferiremo in modo esatto com’è la situazione sperando di avere per allora in regalo quello che forse ci spetterebbe per diritto».
LA RISPOSTA DI ENEL
«A valle dell'ottenimento delle necessarie autorizzazioni, E-distribuzione ha potuto predisporre l'organizzazione dei lavori. Già la prossima settimana il cantiere inizierà la realizzazione delle opere accessorie, necessarie al collegamento della cabina elettrica predisposta dal cliente. Le attività saranno completate entro il mese corrente e subito dopo le festività sarà messo a disposizione del cliente l'allacciamento definitivo».
