IVREA. Poteva andare peggio. Un pensiero riassumibile più o meno così, quello che la Regione Piemonte esprime per voce dell’assessore ai Trasporti Marco Gabusi, alla vigilia dell’entrata in vigore del nuovo orario invernale sui treni della linea Aosta-Ivrea-Torino, al via da domenica 12. Orario che non piace affatto né ai pendolari («La politica si mobiliti»), né ai sindaci dei paesi penalizzati, come Strambino, Caluso, Montanaro («Pronti a farci valere con la Regione, ma la Città metropolitana ci faccia da tramite»). E il consigliere regionale del Pd Alberto Avetta riproporrà la questione in Consiglio già la prossima settimana. Quanto meno, tornando alla sintesi della posizione di Gabusi circa il nuovo orario, abbiamo evitato l’aumento del costo del biglietto e arginato con una partenza delle 6.15 da Ivrea a Chivasso (che però implica il dover prendere la coincidenza da Chivasso per Torino alle 7.10) quello che ad oggi è un taglio certo: a essere eliminato, infatti, sarà il diretto per Torino delle 6.24 da Ivrea, lo stesso che ferma a Strambino, Caluso, Mercenasco, Chivasso per poi approdare nel capoluogo alle 7.35.
ivrea-torino, online orari incompleti
Per quanto riguarda le prime corse del mattino tra le 6 e le 7 va segnalato un aspetto curioso. Fermo restando che alla stazione di Ivrea è ancora esposto l’orario 13 giugno-11 dicembre, e che Trenitalia non fornisce anticipazioni in tal senso, ai pendolai rimangono il sito o l’App di Trenitalia per farsi un’idea di come viaggeranno tra pochi giorni. Ecco. Impostando come partenza e arrivo le stazioni di Ivrea e Torino Porta Nuova, accade che per ricerche relative all’orario attualmente in vigore (fino a sabato 11 compreso) l’elenco delle corse da Ivrea per Torino comprenda tra le 6 e le 7, oltre al diretto delle 6.24 che - come detto - a breve sarà cassato, anche le corse 6.50 e 7.07 con cambio a Chivasso e fermate nei paesi. Fin qui tutto normale. Con il nuovo orario, invece, sito e App riportano un orario a quanto pare solo parziale. Impostando gli stessi parametri, infatti, si ha come primo treno per Torino quello delle 6.41, bimodale che come tale fermerà solo a Ivrea e Chivasso. E via dicendo con il resto dei bimodali delle 7.41, 8.41, 9.41, 11.41. Per risalire alle corse che non lascerebbero totalmente scoperti i paesi, alle quali oggi fa riferimento Gabusi, occorre fare due ricerche con parametri diversi e combinarle (Ivrea-Chivasso più Chivasso-Porta Nuova). Un caso, forse, che però finisce per generare ulteriore caos. Sul perché i primi treni del mattino “tradizionali” non compaiono sul nuovo orario se non spezzando la ricerca per le due tratte, Trenitalia al momento non fornisce spiegazioni. Ma sino a ieri, giovedì, la situazione era questa.
Certo è che dal 12 verrà meno il diretto delle 6.24 con fermate intermedie. Allo stesso modo i diretti saranno solo bimodali, il che vuole dire capienza ridotta in rapporto all’utenza (leggi, si viaggerà ancora pressati nelle ore di punta) e uniche fermate Ivrea e Chivasso. «Così può solo andare peggio di prima – ha commentato il rappresentante dell’Associazione utenti ferrovia Chivasso-Ivrea-Aosta, Mirko Franceschinis – Il diretto delle 6.24 era l’unico con fermate intermedie sopravvissuto ai tagli delle stazioni. Era stato mantenuto in extremis l’anno scorso e ora viene tolto, come previsto». Trenitalia non ha fatto altro che «applicare un contratto di servizio sottoscritto anni fa con la Regione Valle d’Aosta – ha aggiunto Franceschinis –. Il punto è che la Regione Piemonte nicchia e noi ci andiamo di mezzo. Inutile che pensiamo noi pendolari a mobilitarci, ha poco senso. Lo facciano, ma davvero, i sindaci interessati e la Città metropolitana. Perché per la prossima settimana non è difficile prevedere ulteriori disagi nei paesi e vagoni stracolmi».
la regione, tariffe salve (per ora)
Gabusi, ieri mattina, è entrato nel merito. «La situazione di svantaggio per gli utenti piemontesi che utilizzano la linea Torino-Ivrea-Aosta è stata evidente fin da quando la Regione Valle d’Aosta ha sottoscritto il nuovo contratto per il trasporto ferroviario – ha tenuto a premettere –. E fin da subito ci siamo attivati per aprire un dialogo costruttivo e individuare soluzioni a tutela dei pendolari piemontesi». Dopo numerose azioni «già portate avanti nei mesi passati, nei giorni scorsi, prendendo spunto dalla paventata ipotesi di applicazioni di tariffe differenziate a svantaggio dell’utenza piemontese abbiamo incontrato l’assessore ai Trasporti della Regione autonoma Valle d’Aosta. Il confronto ha permesso di mettere sul tavolo tutti i temi da affrontare per migliorare l’efficienza dei servizi sulla tratta tra la Valle d’Aosta e il Piemonte». Il nodo centrale è stato quello del nuovo sistema tariffario: «Abbiamo convenuto sulla possibilità di rimandare l’entrata in vigore di questo nuovo sistema costituendo un tavolo di confronto tecnico che possa da subito armonizzare le esigenze e le peculiarità piemontesi con quelle valdostane. Per nessun motivo potrà esserci una disparità di tariffe sul treno Torino-Aosta; i treni sono di tutti, dei piemontesi come dei valdostani, dei lombardi come dei siciliani e di tutti coloro che li utilizzano a prescindere dalla provenienza». E poi, ha precisato Gabusi, «abbiamo anche trovato i primi accordi sugli orari: le strutture delle due Regioni dialogano nell’ottica di ottimizzare le risposte alle diverse esigenze dei pendolari che risiedono lungo la linea. In particolare, abbiamo lavorato sulle difficoltà del mattino. Dal 13 dicembre ci sarà infatti un nuovo treno che partirà da Ivrea alle 6.15 con arrivo a Chivasso alle 6.45 facendo tutte le fermate intermedie; questo treno consentirà ai lavoratori di arrivare a Torino entro le 8». Permetterà, inoltre, di superare la problematica del treno valdostano che parte da Ivrea alle 6.41 e «che da lunedì non fermerà nei centri lungo la linea». Per quanto riguarda la qualità del servizio «in riferimento alle segnalazioni di affollamento, abbiamo chiesto a Trenitalia di continuare a monitorare il rispetto dei limiti di carico dei treni all’80%. Ormai abbiamo capito tutti che tale limite significa comunque avere tutti i sedili occupati e qualche posto in piedi derogando il distanziamento di un metro a cui ci siamo abituati nei luoghi pubblici e che la percezione di affollamento può verificarsi soprattutto nelle ore di punta pur rimanendo nel rispetto della normativa. Chiaramente il problema esiste e non potendo aggiungere treni o vagoni abbiamo optato per l’aggiunta di servizi operati con autobus. Trenitalia ha infatti provveduto a bus pronti a intervenire in caso di sovraffollamento». Ancora un riferimento al bus che Trenitalia mette in campo quando si supera l’80% dei posti occupabili tra utenti seduti e in piedi. Sul campo, però, il bus non ha funzionato in quanto, le dieci volte tra ottobre e novembre in cui si è materializzato alla stazione di Ivrea, senza preavviso, è partito semi vuoto (nessuno lo sapeva in attesa sul piazzale).
avetta e il margine di trattativa
Il consigliere regionale democratico Alberto Avetta a ottobre aveva partecipato a una spedizione sul treno delle 7.42 per Torino. Con altri colleghi di partito voleva rendersi conto di persona delle condizioni di viaggio a bordo dei famigerati trenini rossi della Valle d’Aosta, i bimodali che risolvono sì il problema della rottura di carico ma presentano quello della ridotta capienza.
«La soppressione delle corse con le fermate intermedie e l’uso praticamente esclusivo dei bimodali penalizza in modo evidente il Canavese – ha ripetuto Avetta ragionando sul nuovo orario invernale – Se questo è l’esito non mi pare che la recente riunione tra Valle D’Aosta e Piemonte sia stato un grande successo per noi. C’è una netta prevalenza del peso della Valle D’Aosta che punta a ridurre i tempi tra Aosta e Torino. Ma lo fa a spese del Canavese. Non è accettabile nemmeno che si penalizzi così chi abita tra Strambino, Caluso e Montanaro. È anche una questione di sicurezza perché, naturalmente, aumenterà l’affollamento con tutte le conseguenze che ben conosciamo. E questo accade nonostante sia evidente che mobilità su ferro è l’unica strategia possibile per un Piemonte più sostenibile. In Europa l’hanno capito tutti molto prima di noi. Depositerò un’interrogazione urgente all'assessore Gabusi. Vediamo se ci sono margini per correggere la situazione».