Caro Luca Vecchi, sindaco di Reggio Emilia, cara giunta, cari assessori, caro Mario Gobbi, capufficio stampa che dopo tre settimane di mie presenze alle conferenze stampa ha pensato subito di escludermi dagli inviti per evitare che chieda interviste a chi fa passarella in comune.
Cari tutti, allora. Ho 50 anni e, come ricorda Ferruccio Landini, voce di Telereggio, ex radio Reggio, sentiamo parlare di nuovo palazzetto dello sport da troppo tempo. Io dagli 11 anni, forse, dalla prima serie A2, nell’82, con Dado Lombardi, promozione e poi playoff, con Bob Morse.
Caro sindaco, lei sai quanto stimi lei e tutti i suoi sodali, per ultima Annalisa Rabitti, per 5 anni in classe con vannizagnoli.it, al liceo scientifico Lazzaro Spallanzani, la scuola frequentata da Romano Prodi e da Alessandro Iori, miglior telecronista italiano, di gran lunga, di Rubiera, ma non così noto, fra Dazn, Mediaset premium e Gazzetta.tv.
Vecchi, dunque, lei sul pala Giulio Bigi ha sbagliato, e prima di lei Graziano Del Rio, che aveva già penalizzato Franco Dal Cin e la Reggiana calcio 20 anni fa. Io sto con Dal Cin e non voglio esagerare, sennò poi arrivano le minacce di querela, è appena successo.
Antonella Spaggiari e Giulio Fantuzzi, ma persino Ugo Benassi, anni ’80, avrebbero dovuto avere il coraggio di costruire un nuovo impianto, ma il pubblico a Reggio Emilia spende soldi solo per migliorare la qualità di vita dei cittadini, in teoria, dunque per avere voti, nella provincia più rossa d’Italia.
Caro Luca, voi dovevate costruire lo stadio, alternativo al Mirabello, l’ha fatto Dal Cin e l’avete incredibilmente intralciato. Voi siete intervenuti mille volte male, sul PalaBigi ove non ci sono parcheggi, non ci sono posti stampa, un grasso come me, tornato 103 chili, sta ammassato ai magri, alle bellissime in tribuna stampa.
Serviva farlo in periferia, come il Mapei, serve renderlo bello, museo, emozionante, serve intitolarlo a un grande sponsor o a un grande personaggio, a Mike Mitchell, la leggenda, come il San Paolo stadio è stato intitolato a Diego Maradona. Mike è stato ancora più importante di Diego, per Reggio Emilia.
Caro Luca, come vede io sarei un perfetto assessore allo sport, figura che qua manca, ricoperta in parte da Giorgio Cimurri, con la zarina Spaggiari, e ora dalla civettuola Curioni. Che, consigliata da Patrizia Paterlini, già firma di Gazzetta di Parma, ufficio stampa della cultura, del comune, si era spesa per me. Oggi, invece, l’assessora mora più bella d’Italia – la bionda più bella è Carlotta Bonvicini, 28′ con me, di colloquio – non fa il bis, e allora la inquadro per dispetto, in conferenza stampa.
Facezie a parte, caro Vecchi, ex commercialista, lei doveva fare il nuovo palazzetto, chessò, a Pieve Modolena dove sono nato, magari sul mio terreno di via Berneri, che non può passare edificabile, se non fossi disoccupato e lavorassi a mie spese, vi regalerei il terreno, dietro la Phonocar. Dietro al mio ce n’è un altro, è perfetto.
Non ne posso più di parcheggiare a chilometri da via Guasco, di passeggiare al freddo, di rischiare multe – sono il primatista mondiale – ho una borsa pesante e sono pesante come persona.
Caro Vecchi, ma perchè a Pesaro hanno super palazzo e quello di Reggio Emilia fa ridere? Me lo disse il patron della Leonessa Brescia, a telefonino semiacceso, quando intervistai la presidentessa Bragaglio.
Signora Rabitti, lei che ha 5 deleghe, signora Curioni, fermate i lavori, la Pallacanestro Reggiana sarà a Bologna sino a maggio, io non ho più voglia di andare a Casalecchio di Reno, non solo perchè non scrivo e non solo perchè non posso non parlare della partita, che naturalmente a me non interessa.
Cari tutti, guardate l’Atalanta nel calcio, guardate i miei video da Bergamo, guardate lo Stadium della Juventus, guardate il Friuli di Udine, Dacia arena.
Il palazzetto va aperto tutti i giorni, a tutti, dev’essere un punto di incontro fra culture, fra stranieri, fra gente perbene e che cerca lavoro, tra faccendieri e nullafacenti come me, tra pensionati come Gigi Manfredi, già caposervizio di Carlino Reggio, Angelo Costa, firma del basket del Qn, altro reggiano, e fra grandi firme come Francesco Pioppi, su La Gazzetta dello sport.
Serve la cultura del palazzo, vado al palazzo come al bar, vado fra amici, passeggio non solo fra qualche foto di Kobe Bryant ma soprattutto vorrei vedere tutte le foto di Pallacanestro Reggiana, anche di volley, anche femminile. Ho voglia di emozionarmi, di commuovermi, di piangere, di rimembrare, ho voglia di snocciolare ricordi, di fare il cicerone, di vantarmi di sapere tutto pur non sapendo quasi cosa sia un pick and roll.
Ho voglia di una Reggio Emilia modello, per davvero, non per autocelebrazione, la stessa che faccio io, giorno e notte.
Ho voglia di un palazzetto dello sport nuovo ed esemplare, mi auguro che i lavori al PalaBigi siano abbellenti, abbacinanti, ho voglia di portare mia moglie, Silvia Gilioli, sino alla pandemia sempre al mio fianco al Mapei, per il Sassuolo e talvolta, per la Reggiana, ho voglia di portarla e di sorprenderla. A fine anno festeggiamo i 27 anni di matrimonio, alla reinaugurazione vorrei dare un party, al PalaBigi. E invitare chi quasi non mi saluta.
Ma, scherzi a parte, caro sindaco, c’è bisogno di una struttura mondiale, a Reggio Emilia, ho voglia di concerti, di eventi, di aggregazione, di racconti, di tutto.
Non di “per favore esci perchè i diritti di immagine sono venduti”. Forse a Dio, il dio denaro.
L'articolo Vannizagnoli.it, show, 2021-22: il comune di Reggio Emilia doveva abbattere il PalaBigi e ricostruirlo in periferia. Il pd governa bene ma penalizza la Pallacanestro Reggiana proviene da All-Around.
