GORIZIA. Un gigante intristito, dall’invecchiamento precoce, teatro di intrusioni e di piccoli atti vandalici. Ma il vecchio ospedale di via Vittorio Veneto avrà un futuro. Niente più carcere europeo (idea che sollevò critiche a non finire) ma, in quell’area, sarà realizzato un campus per l’edilizia scolastica delle scuole secondarie di secondo grado a Gorizia. Certo, il tutto non avverrà dall’oggi al domani un progetto così ambizioso e al tempo stesso complesso non potrà trovare concretizzazione prima di cinque anni. Ma i ferri sono in acqua.
L’illustrazione
di Rosolen e Pizzimenti
Nella mattina di venerdì 10 dicembre, gli assessori regionali all’Istruzione Alessia Rosolen e alle Infrastrutture Graziano Pizzimenti hanno presentato, assieme al sindaco Rodolfo Ziberna, l’ambizioso progetto su cui si sta lavorando da mesi ma rimasto top secret sino a oggi.
Tutto ruota intorno al processo di adeguamento degli edifici scolastici alle normative vigenti (impianti, antincendio, adeguamento antisismico, superamento barriere architettoniche, sicurezza elementi non strutturali, ecc.). Molto è stato fatto, molto resta da fare. L’assunto di partenza è che le verifiche di vulnerabilità sismica condotte dalla Provincia e dall’Uti hanno fatto emergere chiaramente come le operazioni di adeguamento antisismico, oltre ad essere estremamente onerose, necessitano di essere completate con il rifacimento degli impianti e delle opere di finitura (controsoffitti, serramenti, pavimenti, servizi igienici) perché stravolte dagli interventi strutturali e perché obsolete o estremamente degradate, e comportano il trasferimento totale, ancorché temporaneo, di personale e studenti. «Il servizio tecnico dell’Edr di Gorizia - le parole di Rosolen e Pizzimenti - ha verificato, in questo contesto, che è più sostenibile la realizzazione di una scuola nuova piuttosto che l’adeguamento di un immobile esistente».
L’area dell’ex Civile
Da qui, l’idea. Considerate le premesse, l’obiettivo è diventato quello di andare a realizzare un complesso di strutture scolastiche (una sorta di campus) «sicuro, efficiente, efficace, rispettoso dell’ambiente e in grado di sviluppare un dialogo transfrontaliero». Pertanto, verrà indetto un concorso di progettazione per individuare la miglior soluzione, i relativi costi e la possibilità di darvi attuazione attraverso lotti successivi in funzione delle risorse che si renderanno progressivamente disponibili. Nel corso degli incontri della Conferenza territoriale per l’edilizia scolastica è emerso che il luogo che più si presta ad ospitare il campus è quello dove attualmente si trovano gli edifici dell’ex ospedale civile in via Vittorio Veneto, di proprietà di Asugi. «Si tratta - al sottolineatura degli assessori - di un’area estremamente degradata che conserva per posizione, possibilità di collegamento, dimensione e sviluppo lungo il confine internazionale un potenziale ineguagliabile. Realizzare in quest’area il Campus scolastico rappresenta, dunque, una grandissima opportunità per la creazione di infrastrutture scolastiche, per migliorare l’assetto viabilistico della città, per riqualificare un’area urbana di grande pregio (siamo di fronte al Parco Basaglia) per realizzare edilizia pubblica innovativa, efficiente sotto il profilo tecnico-economico e sostenibile sotto i profili ambientale e sociale. L’amministrazione comunale di Gorizia ha espresso la condivisione allo sviluppo di questo progetto.
Abbattimento e costi presunti
L’intenzione è quella di andare a demolire il caratteristico edificio a croce di Lorena di via Vittorio Veneto, che ospitò l’ospedale civile. L’investimento complessivo potrebbe aggirarsi attorno ai 12 milioni di euro. L’assessore Pizzimenti ha concluso che «gli obiettivi di una nuova edificazione sono molteplici e vanno dal recupero di un’area abbandonata, alla realizzazione di un primo campus scolastico in regione rispondente a criteri di efficientemente energetico e sismico e di maggiore sicurezza per gli studenti e per le loro famiglie. Un percorso non semplice che va fatto con la sinergia di tutti gli enti interessati».