MODENA Madre finisce a processo perché... troppo severa.
È singolare il caso approdato in tribunale che vede una donna rinviata a giudizio per maltrattamenti nei confronti del figlio.
Nel caso specifico, sono emersi dissidi tra la madre e il figlio, ancora minorenne, a causa di un rapporto complicato che sfocia nell’insofferenza del giovane alle raccomandazioni della madre e ai conseguenti maltrattamenti.
In particolare, la madre, difesa dall’avvocato Antonio Grillenzoni, contesta che il figlio, nel pieno dell’adolescenza, non le ubbidisca: per questo sarebbe ricorsa ai maltrattamenti. Per affermare che finché i due vivono sotto lo stesso tetto, chi comanda è il genitore e il figlio deve adeguarsi. Le versioni delle controparti sono diametralmente opposte: il giovane denuncia gli episodi in cui si sono verificati i maltrattamenti, mentre la madre, al contrario, dice che non è vero. L’udienza è terminata con il rinvio a giudizio della donna, deciso dal giudice Barbara Malvasi. Si aprirà, quindi, il processo, con la prima udienza che si terrà il prossimo anno.
Di tutt’altro tenore, ma con protagonista sempre una madre un altro caso, verificatosi questa volta a Mirandola, discusso sempre ieri davanti al giudice Andrea Scarpa.
L’udienza preliminare culminata con il patteggiamento, prevede come accusa sempre i maltrattamenti in famiglia. In questa situazione il caso in esame vede al centro la madre di una ragazza disabile.
La donna, difesa dall’avvocato Giuliano Riva, ha trascorso un lungo periodo, durato anni e anni, in cui si è presa cura, da sola della figlia disabile. In seguito sono emersi i maltrattamenti. È stata emessa la misura cautelare del divieto di avvicinamento da luglio fino a oggi e ieri è avvenuto il patteggiamento, con pena sospesa, per due anni.
La donna ha seguito il percorso previsto dalla norma sul “codice rosso” ed è scattata la misura cautelare. Il caso è dunque concluso e la ragazza farà ritorno a casa.
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