“C’è bisogno di più consapevolezza dell’Europa della minaccia esterna». Lo ha detto il presidente del Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica, Adolfo Urso, intervenenendo ad Atreju al dibattito “Homeland. La questione islamica e la libertà religiosa, in Italia e nel mondo”.
Riguardo al radicalismo islamico Urso ha puntato l’attenzione sull’”espansionismo all’estero perché con la caduta di Kabul” la minaccia è arrivata “alla frontiera dell’Europa, al Mediterraneo allargato al Corno d’Africa e nel Sahel”. Tutto ciò chiama in causa l’Europa e la difesa europea: si parla di una “forza di intervento rapido di 5mila militari, ma cosa sono 5mila militari se solo l’Italia ha 9mila militari impegnati all’estero?”. poi un “controsenso”, ha aggiunto Urso, che “nello scorso settennato il bilancio europeo sulla difesa era di circa 30 mld e nel prossimo è dimezzato a 14.5 mld di euro”.
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“Siamo riusciti a sbloccare una legge che doveva essere approvata nella scorsa legislatura”. Lo ha detto il presidente del Copasir Adolfo Urso, intervenuto a un dibattito ad Atreju sulla questione islamica, facendo riferimento al lavoro svolto dal Comitato con la relazione sul contrasto alla radicalizzazione jihadista e riferendosi alla legge per la prevenzione della radicalizzazione in discussione in parlamento.
“Mi auguro – ha continuato facendo riferimento alla legge in discussione – che l’approvazione avvenga nel più breve tempo possibile” anche se “siamo in ritardo di dieci anni”. Urso ha poi ricordato il monito del Copasir a introdurre una norma penale relativa alla semplice detenzione di materiale jihadista proprio allo scopo di una maggiore prevenzione.
“Il terrorismo islamico non è piu’ fatto di gruppi organizzati, piu’ facili da contrastare: la minaccia per l’intera Europa e’ attualmente rappresentata da quello che potremmo definire uno spontaneismo armato, da quei fenomeni di radicalizzazione casalinga di cui abbiamo avuto conferma di recente anche nel nostro Paese con l’arresto a Milano di una giovane”, italiana di origine kosovara”. “In un rapporto al Parlamento – ha ricordato URSO – abbiano ribadito la necessita’ di una legge ad hoc che contrasti le dinamiche di radicalizzazione”, ormai “ci siamo quasi anche se rischiamo di essere in ritardo di dieci anni”. Ma sarebbe importante anche “prevedere che, come accade ad esempio per la pedopornografia, costituisca reato penale la semplice detenzione di materiale jihadista, a cominciare da quello scaricato dal web: solo cosi’ possiamo davvero prevenire, solo cosi’ possiamo anticipare eventuali attacchi progettati da singoli”.
Il presidente del Copasir in apertura del suo intervento ha ricordato il sacrificio di Almerigo Grilz, il giornalista morto in Mozambico, emozionando la platea di Atreju, che ha lungo applaudito quel «corrispondente che stava nella trincea della Libertà».
L'articolo Urso ad Atreju: “Contro il terrorismo islamico l’Europa è impreparata. Ora la legge contro la radicalizzazione” sembra essere il primo su Secolo d'Italia.