foto da Quotidiani locali
BIBBONA. Franco esce di casa dopo cena per prendere un caffè a quel bancone che ormai sente come suo. Ha 80 anni e un’oretta di svago e socialità per lui vuol dire molto. L’aveva già strappata via il Covid, quando i circolini sono stati costretti a chiudere. E ora rischia di portargliela via la legge. Perché, con lo spettro dell’Iva, «rimanere aperti dopo le 20 forse non conviene più». Simone Giovannetti è il presidente del circolo Arci della California, frazione di Bibbona, provincia di Livorno. Il circolo è vita. Il circolo è un punto di riferimento. Specialmente nei paesini. «Se dovessimo pagare l’Iva e fossimo costretti ad aumentare i prezzi a farne le spese sarebbero i soci. E se fossimo costretti a chiudere ne farebbe le spese la comunità».
Che genere di attività organizzate al circolino della California?
«Il nostro è un luogo di aggregazione frequentato da persone giovani e da anziani. Ed è bello, per esempio, vedere un ragazzo di vent’anni che gioca a biliardo con un ottantenne. Così c’è uno scambio generazionale. Spesso poi abbiamo organizzato eventi musicali. Si tratta di serate con musica dal vivo per i soci a ingresso libero».
Avete anche un punto di ristoro, giusto?
«Sì. E con le restrizioni del Covid è stata dura. Fortunatamente c’è stata data l’opportunità di fare asporto e c’erano dei soci che venivano spesso da noi. Proprio per aiutarci».
Adesso avete ricominciato a organizzare serate e avete ripreso la vostre attività. Cosa pensa della possibilità di pagare l’Iva su prodotti e servizi?
«Che dire? Rischiamo di dover mettere il biglietto d’ingresso. Difficilmente riusciremmo a mantenere gli eventi per i soci ad accesso libero. Perché se chiamiamo un gruppo a suonare e dobbiamo pagare anche l’Iva diventa complicato. In aggiunta posso dire che adesso il circolino è aperto anche dopo cena. Con una tassazione più alta converrebbe?».
Quanti soci avete?
«Prima del Covid eravamo circa 200. Ora saremo intorno alla metà».
E riuscireste a parare il colpo di un eventuale inserimento dell’Iva?
«Credo che ce la faremmo. Però tutto questo avrà un costo. Nel senso che dovremo probabilmente aumentare i prezzi. E ci rimetterebbero i soci. Cosa che accadrebbe anche se fossimo costretti a chiudere. In tal caso il prezzo ricadrebbe anche sulla comunità».
Cosa significherebbe una eventuale chiusura?
«Questo è un luogo di socialità. E se ci mettono troppo i bastoni tra le ruote rischiano di rovinare un bell’ambiente e un punto di riferimento sul territorio. Un luogo dove giovani e anziani condividono il loro tempo libero. Abbiamo già passato un periodo difficile col Covid, vorremmo non doverne passare un altro».
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