C'era una volta il sogno dei bambini di fare l'astronauta, adesso i lavori più ambiti sono il blogger o il trader online. Lo sconvolgimento causato all'economia dalle restrizioni ha inevitabilmente trasformato anche il mondo del lavoro. Lo smart working e i blocchi forzosi delle attività hanno comportato l'allontanamento di una gran quantità di persone dal posto di lavoro. E molti hanno lasciato e continuano a farlo, al punto che si parla della Great Resignation (La Grande Dimissione). Per fare cosa?
Che cos'è la creator economy
Una ricerca della banca d'investimenti Morgan Stanley getta luce sul comparto nel quale si stanno riversando molte di queste persone che, inizialmente almeno, volevano solo arrotondare lo stipendio. In base al sondaggio, a inizio novembre in Germania, Francia, Italia, Regno Unito e Spagna il 36% poteva contare su entrate accessorie rispetto al proprio lavoro grazie all'e-commerce (il 15%), alla creazione di contenuti (13%) e al conio nft/trading finanziario (12%) su piattaforme digitali. Tre occupazioni che fanno il podio di questa economia emergente alla quale viene associato l'appellativo di creator economy, in cui vengono inclusi non soltanto gli influencer sui social media, ma tutti quegli utenti che monetizzano i contenuti da loro creati e postati online. Altre figure molto in voga sono i/le fashion blogger, travel blogger e podcaster. Ma anche i giocatori in streaming. Le aziende, poi, in particolare per l'e-commerce, fanno da supporto alla loro crescita. Al momento è difficile quantificarne il numero. Secondo il sondaggio molti pensano di trasformare questa attività parallela in quella principale, per dedicarvisi a tempo pieno: il 25% entro sei mesi e il 41% entro due anni.
Chi sono i nuovi lavoratori
Sono comunque dati conformi al fenomeno della Great Resignation negli Stati Uniti dove è notevole anche il numero degli artisti che utilizzano Spotify per commercializzare i prodotti musicali. Secondo la Harvard Business Review poi i creatori di fumetti, video e canzoni usano anche la soluzione in abbonamento Patreon che consente di ricevere compensi per la realizzazione dei loro contenuti, anche se sono ancora pochi quelli che riescono a guadagnarsi da vivere in modo effettivo utilizzando le varie piattaforme. Da tempo è in atto una riallocazione dei lavoratori. Lockdown, restrizioni e chiusure di attività hanno spinto molte persone a lavorare da remoto e le hanno avvicinate alla possibilità di guadagnare soldi in periodo di magra utilizzando le piattaforme online che a loro volta sono cresciute di numero. Dopodiché molti che prima «arrotondavano» online hanno ripensato anche il proprio modello di vita. Secondo Morgan Stanley i creatori di contenuti (conio ntf e trading finanziario non sono strettamente espressione della creator economy, ma il sondaggio li include nell'elenco per la prossimità nella mentalità con gli altri) e la generazione Z ha messo in discussione il lavoro tradizionale. A rigettarlo sono più frequentemente i lavoratori nella fascia d'età 29-49 anni, mentre quella 55-64 si mantiene legata all'azienda che gli garantisce il posto fisso.