LIVORNO. Non reputa l’ordinanza una soluzione ai problemi della Venezia, ma al massimo un tampone contro l’emergenza esposti annunciata dai residenti. Per questo, l’assessore comunale al commercio Rocco Garufo, guarda oltre. E mette sul tavolo tre idee per aiutare i proprietari dei locali della movida: «Dehors insonorizzati, vigilantes anti-rumore pagati con i soldi pubblici e una campagna di sensibilizzazione contro i disordini notturni».
Assessore, i commercianti sono molto preoccupati per l’ordinanza in vigore fino al 7 novembre. Dicono già che saranno costretti a non chiamare i dipendenti per lavorare la sera.
«Lo so ed è un’emergenza lavorativa che dobbiamo scongiurare, specie in una città come Livorno che nel settore terziale purtroppo offre poco altro. Lunedì (domani ndr) inizierò a incontrare tutti i commercianti del quartiere, perché dobbiamo guardare oltre al provvedimento adottato in somma urgenza».
Lei d’accordo con quest’ordinanza?
«Con il sindaco Luca Salvetti ne ho parlato prima di adottarla e mi sono battuto per non imporre gli orari di chiusura ai commercianti, così come invece è stato deciso in altre città. Tenga presente che nell’esposto, i residenti della Venezia, chiedevano di chiudere ogni attività alle 23.30, determinando di fatto la morte del settore. Credo che il commercio sia stato duramente colpito dall’emergenza coronavirus: non merita certo altre sferzate».
Però l’ordinanza crea inevitabilmente dei problemi.
«E non è che una soluzione temporanea. Non può essere certo quella definitiva, servono provvedimenti più puntuali per risolvere questa situazione. Il diritto al lavoro, per me, in questo caso prevale sul resto. Anche su quello dei residenti a riposare in pace e dei ragazzi a divertirsi. In ogni caso, abbiamo il dovere di garantire tutti e tre gli aspetti. Chi abita in Venezia devo poterlo fare in modo tranquilli e i ragazzi non vanno criminalizzati, sono il nostro futuro. Riusceremo a garantire tutto».
Come?
«Stiamo studiando con la Regione come impiegare i vigilantes contro i rumori molesti, a scopo preventivo e non repressivo. Una presenza che dia tranquillità sia ai residenti, che ai ragazzi, la maggior parte dei quali non crea problemi. Poi vorremmo introdurre i dehor insonorizzati e partire con un progetto di sensibilizzazione rivolto ai più giovani, proprio per garantire una movida serena».
A livello di rumore e rispetto del limite massimo dei decibel, come interverrete?
«Con Arpat effettueremo le misurazioni. A mio avviso bisogna punire chi oltrepassa i limiti. In passato lo abbiamo già fatto, sanzionandone due».
Secondo lei questi provvedimenti funzioneranno?
«Credo di sì, ma voglio incontrare i commerciantiper capire cosa ne pensino. Dobbiamo considerare, inoltre, che adesso a tarda sera mancando le discoteche i giovani rimangono in Venezia, ma in futuro con il graduale ritorno alla normalità non sarà più così e ci sarà un miglioramento fisiologico in tutto il quartiere».
