I bianconeri reggono venti minuti poi il gol di Osimhen apre la vendemmia
UDINE. Poteva essere la partita del primo posto, si è trasformata in una serata da film horror per l’Udinese, mentre il Napoli, pop-corn e Coca in mano, si è goduto il suo colossal, come direbbe il suo presidente Aurelio De Laurentiis, una riedizione di “Fuga per la vittoria”, visto che ora si trova in vetta da solo dopo la quarta giornata, a punteggio pieno, con Inter e Milan due lunghezze più sotto.
La chiave di volta di quello che sulla carta era un big match bisogna individuarla lì. dove l’aveva sistemata l’attesa della vigilia, sulla fascia destra dell’Udinese, dove si è consumato il duello del due mondi tra il campione d’Europa Lorenzo Insigne e il vincitore della Coppa America con l’Argentina, Nahuel Molina. Ha stravinto l’azzurro coprendo la sua fascia per intero, nonostante quella collocazione ibrida, da trequartista di sinistra, che gli permetterebbe in teoria di non preoccuparsi delle incursioni avversarie, o almeno, tutte le incursioni, cosa che invece fa con sapienza, arrivando a chiudere anche la sua linea di fondo, quando Mario Rui si trova stretto tra due nemici.
Molina è riuscito a metterlo in difficoltà una sola volta, in tandem con Arslan, salvo poi essere ignorato dal turco che ha preferito un immaginifica apertura per Stryger Larsen, non andata a segno.
Il tallone d’Achille dell’argentino, come ha capito anche il suo ct Lionel Scaloni, è la fase difensiva, la poca capacità di comprendere quando fare la “sparata” e quando è il caso di presidiare la tua zona. Ieri è andato a lezione da Insigne per 71 minuti, portando con sè a scuola il resto della truppa bianconera, ipnotizzata da il movimento del Napoli con un Elmas che Luciano Spalletti – anche ieri beccato dal pubblico del Friuli per la sua fuga a Roma dopo la cavalcata Champions in bianconero, era il 2005 – ha utilizzato per smontare il piano tattico di Gotti, in posizione centrale, da una trequarti all’altra.
Insomma, l’Udinese ha sofferto da pazzi sulla destra, da dove è nato il primo gol, ha faticato a coprire la zona a ridosso dell’area, dove è stata fischiata dall’arbitro Manganiello la punizione (contestata) dalla quale è nato il raddoppio di Koulibaly. Nella ripresa, Politano ha fatto l’Insigne sull’altro lato del campo e l’Udinese è andata sotto di un altro gol.
A quel punto il tecnico di Contarina ha fatto partire la girandola di cambi. Fuori prima Deulofeu e Pereyra, quindi Larsen, Arslan e per ultimo proprio Molina, proprio a un amen dal 4-0. Giusto pensare al prossimo impegno che giovedì sera porterà i bianconeri a Roma, contro la squadra di Mourinho, reduce da un bruciante ko a Verona. Giusto preservare i punti cardine di una squadra che ieri ha fatto capire, nel complesso, che gli errori che commetti con le avversarie di scarso lignaggio, con le cosiddette grandi paghi in conto e poi taci.
Si dice che giocare subito dopo una batosta sia salutare. Ma occhio alla Roma e in rapida successione anche alla Fiorentina al Friuli, domenica. Meglio ricominciare a fare le formichine. Con saggezza.
UDINESE – NAPOLI 0 – 4
UDINESE (3-5-1-1) Silvestri 5.5; Becao 5, Nuytinck 5, Samir 5.5; Molina 4.5 (40’ st Soppy sv), Arslan 5.5 (27’st Samardzic sv), Walace 5, Pereyra 5.5 (19’st Makengo 5.5), Stryger Larsen 5 (27’ st Zeegelaar sv); Deulofeu 5 (19’st Beto 5.5); Pussetto 5,5. All. Gotti.
NAPOLI (4-2-3-1) Ospina 6; Di Lorenzo 6, Rrahmani 7, Koulibaly 7.5, Mario Rui 6 (41’st Zanoli sv); Fabian Ruiz 6.5 (36’ st Ounas sv), Anguissa 7; Politano 6 (26’ st Lozano 7), Elmas 6, Insigne 7 (26’ st Zielinski 6); Osimhen 7 (36’st Petagna sv). All. Spalletti.
Arbitro Manganiello di Pinerolo 5.5.
Marcatori Al 24’ Osimhen, al 35’ Rrahmani; nella ripresa al 7’ Koulibaly, al 39’ Lozano.