Premiati dal Coni gli atleti Fvg presenti alle Olimpiadi e alle Paralimpiadi di Tokyo. Ribadita la passione del territorio e già si lavora in proiezione Parigi 2024
TRIESTE. Una regione sportivissima. E che non ha mica voglia di fermarsi qui. Il presidente del comitato Fvg del Coni Giorgio Brandolin e la Regione l’avevano annunciato ancora prima della partenza della spedizione dei nostri atleti per le Olimpiadi e Paralimpiadi di Tokyo: non abbiamo potuto festeggiare gli azzurri regionali primas, lo faremo al loro ritorno. E festa è stata, nel pomeriggio di lunedì 20 settembre nella Sala Luttazzi del Magazzino 26 del Porto Vecchio. Una festa con molte assenze perchè la stagione agonistica di molte discipline è ancora in corso e solo metà dei componenti della spedizione Fvg a Tokyo erano presenti. Forte, comunque, il messaggio di un orgoglioso Brandolin e delle autorità: siamo una regione che ama lo sport e sa lavorare bene ottenendo risultati importanti. «E siamo l’unica regione che unisce tutti i suoi atleti in un’unica celebrazione, senza distinzioni», ha sottolineato incrociando lo sguardo di Giovanni De Piero, presidente del comitato paralimpico regionale.
Lo spirito che anima gli sportivi tornati da Tokyo è stato riassunto nel modo migliore proprio da un reduce dalle Paralimpiadi, il pongista triestino Matteo Parenzan, portabandiera azzurro nella cerimonia di chiusura: «Sono tornato da poco tempo e sono già tornato ad allenarmi perchè voglio andare a Parigi 2024». Il nuovo obiettivo è già fissato per buona parte dei premiati.
Per uno di loro, il primo a venir chiamato sul palco, il debutto olimpico non poteva essere migliore: Jonathan Milan, 21 anni il prossimo primo ottobre, ha vinto l’oro nell’inseguimento a squadre di ciclismo. Per lui, vista l’età e il talento, Parigi 2024 sembra un appuntamento scontato.
Brandolin, padrone di casa e presentatore irresistibilmente a braccio, ha parole di simpatia per tutti. Si accalora parlando con Chiara Cainero dell’attrezzatissimo impianto di tiro a volo di Porpetto, si coccola i suoi «compaesani» come l’azzurra del softball Marta Gasparotto, strappa un sorriso rimediando a un attimo diamnesia definendo il goriziano Paolo Camossi l’allenatore «di..., ma sì, l’omo che corri...Jacobs!»
Il sindaco di Trieste Roberto Dipiazza, dopo aver chiamato accanto a sè Parenzan, sottolinea il riconoscimento costante a Trieste come una delle città più sportive d’Italia. Il presidente della Regione Massimiliano Fedriga (ente rappresentato anche dall’assessore allo sport Tiziana Gibelli) più che sui risultati si sofferma sui valori: «L’esempio che dà lo sport è quello del sacrificio, la forza di sapersi rialzare, la capacità di lottare per gli obiettivi. Lo sport aiuta a crescere individui che possano essere parte attiva di una comunità. Essere una regione sportiva significa porre mattoncini per costruire la società di domani».
La pattuglia degli atleti triestini a Tokyo oltre a Parenzan vedeva il cestista Stefano Tonut, la canoista Francesca Genzo, l’ostacolista Elisa Maria Di Lazzaro, la tuffatrice Noemi Batki, che di appuntamenti olimpici ne ha vissuti quattro, e la nuotatrice paralimpica Giorgia Marchi.
La quota della provincia di Gorizia in Giappone era invece rappresentata, tra gli altri, oltre che da Marta Gasparotto dallo specialista della Mtb Luca Braidot e dal ciclista paralimpico Andrea Tarlao.