Il nuovo decreto del Consiglio dei Ministri ha esteso il green pass anche al mondo del lavoro pubblico e privato, a partire dal 15 ottobre e fino al 31 dicembre. A Ferrara il mondo imprenditoriale ha accolto il provvedimento abbastanza bene: rimangono comunque dubbi rispetto ad oneri contributivi e timori sull’effettiva possibilità di una continuità produttiva, specie nel territorio provinciale dove tante imprese hanno dimensioni ridotte. Per Diego Benatti (Cna) si tratta di «una soluzione equilibrata che non genera distinzione fra il settore pubblico e quello privato, che potrà certamente incentivare l’aumento della copertura vaccinale e che potrà allentare ulteriormente le restrizioni che attualmente condizionano ancora molte attività economiche. C’è però il tema dei lavoratori collocati in aspettativa – sottolinea Benatti – e come Cna riteniamo che le imprese non debbano farsi carico degli oneri contributivi per la durata della sospensione. Inoltre sembra un decreto concepito per le grandi aziende: abbiamo chiesto un incontro per capire come si applica la gestione del green pass nelle aziende sotto i 15 dipendenti. Ma il decreto è giusto ed equilibrato e lascia oltretutto alle singole imprese le modalità di controllo delle certificazioni, dando responsabilità ma anche autonomia, quindi bene».
«Vogliamo che si sia in grado di garantire la continuità produttiva, e ora che le nostre aziende stanno ricominciando a lavorare tutti gli strumenti che possono servire a dare continuità all’attività produttiva sono per noi cosa buona: se servono per non chiudere siamo d’accordo – è la premessa di Paolo Cirelli (Confartigianato) – ma noi siamo anche molto pragmatici: in provincia di Ferrara abbiamo tante aziende piccole e micro, quindi dopo il 15 ottobre se fra i miei dipendenti ne ho alcuni che non posso far lavorare perché non hanno il green pass, cosa succede? Sono preoccupato per la continuità produttiva. Nel testo poi – aggiunge Cirelli – si dice che per le imprese fino a 15 dipendenti la sospensione è fino a 10 giorni: all’undicesimo cosa succede? Confartigianato Nazionale ha fatto richiesta specifica al Ministero».
Cirelli riporta anche l’altro pensiero dei piccoli imprenditori: «si tratta di un ulteriore adempimento richiedere giornalmente il green pass». E anticipa il proprio timore rispetto a scelte future: «siamo contrarissimi al fatto che eventuali spese per i tamponi siano a carico delle aziende, non ne capiamo il motivo. Per adesso non c’è scritto così nella legge – precisa Cirelli – ma visto che si sta discutendo anche di questo…».
Non commenta invece Gian Luigi Zaina (Confindustria): «in questo momento la nostra linea è no comment sul tema: sono cose che gestisce Bonomi a Roma per conto di tutti e non c’è una realtà locale diversa dalla realtà nazionale».
Giovanna Corrieri
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