Si tratta di un 43enne di origine calabrese, la situazione va avanti da diverse settimane ma nessuno riesce a fermarlo
GROSSETO. Medici e infermieri aggrediti, pazienti terrorizzati, un portone spaccato e un telefono, quello dell’emergenza, sbarbato. E, ancora: innumerevoli richieste d’aiuto alle forze dell’ordine, interventi, scompiglio che intralcia il normale lavoro - di per sé già complicato e delicato - del personale sanitario. Il pronto soccorso dell’ospedale Misericordia di Grosseto da oltre tre settimane è sotto scacco da parte di un 43enne che, a cadenza quotidiana dal 26 agosto, e, ultimamente, anche più volte al giorno, si presenta al cospetto del personale in modo aggressivo, violento e intimidatorio.È spesso ubriaco o alterato da droghe e psicofarmaci e rende impossibile il lavoro di medici e infermieri, oltre a spaventare gli altri pazienti. Una situazione paradossale, assurda, alla quale inspiegabilmente non si riesce a porre rimedio. A niente sembrano valere le continue richieste d’aiuto alle forze dell’ordine che sono partite dal pronto soccorso, con relativi interventi, purtroppo non risolutivi.
E a niente sembra aver portato, ad oggi, la denuncia alla Procura della Repubblica che l’azienda sanitaria ha presentato l’8 settembre. Due sere fa la polizia municipale e i carabinieri sono dovuti intervenire tre volte al pronto soccorso, sempre a causa di quest’uomo. Chi si è trovato testimone delle intemperanze del 43enne parla di scene di panico, di pazienti che si sono allontanati per paura e di una situazione di tensione non tollerabile per un luogo che deve essere di soccorso e cura. L’uomo, di origine calabrese, sarebbe arrivato in città, dove vive il padre, a seguito del provvedimento della magistratura calabrese che gli vieta di avvicinarsi a Cosenza. A Grosseto, però, non risulta avere una residenza fissa. Gravita dunque intorno al pronto soccorso e vi alberga facendosi ricoverare di continuo. È qui che si presenta con ripetute richieste di tranquillanti e psicofarmaci che pretende gli siano forniti. E, davanti a un rifiuto, va fuori di senno, minaccia il personale, spaventa gli altri ricoverati, spacca quel che trova. In uno dei suoi accessi d’ira ha spaccato una parte della porta d’ingresso e del telefono dedicato all’emergenza. L’uomo non risulta essere paziente psichiatrico. Anche per questo non è stato possibile prevedere un trattamento sanitario obbligatorio in grado di neutralizzarlo.
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