Uno degli esami avrebbe provocato una lesione al duodeno di Nicoletta Bettucchi. Sequestrata la cartella clinica in Azienda
ROVOLON. Nell’indagine per la morte di Nicoletta Bettucchi deceduta all’alba del 13 settembre, tre giorni dopo una colonscopia e una gastroscopia, ora c’è un indagato. Sotto inchiesta è finito il medico che aveva eseguito sulla paziente i due accertamenti diagnostici nell’Unità di gastroenterologia (diretta dal dottor Fabio Farina) dell’Azienda ospedaliera padovana. Si tratta del medico veneziano Filippo Pelizzaro, 31enne di Stra, assegnista di ricerca all’Università di Padova: l’ipotesi di reato è omicidio colposo.
Tuttavia il professionista, che aveva perfezionato la specialità in Gastroenterologia il 6 novembre 2019, esercitava anche attività assistenziale in Azienda ma i vertici non hanno voluto precisare in base a quale titolo. Il medico, infatti, non risulterebbe strutturato in ospedale, ovvero legato all’Azienda con un contratto di lavoro a tempo indeterminato.
Il pm Valeria Spinosa ha ordinato l’autopsia accogliendo la richiesta dei familiari della signora, 65 anni il 15 settembre, originaria di Padova anche se residente nella villa di famiglia a Bastia di Rovolon. E ha già acquisito la cartella clinica in ospedale.
L’incarico sarà formalmente affidato al medico legale trevigiano Sindi Visentin martedì prossimo e, quello stesso giorno, si svolgerà anche l’esame autoptico. Sempre la famiglia ha già individuato l’esperto di fiducia, il medico legale padovano Maurizio Banfi.
Si sospetta che durante l’esame Nicoletta Bettucchi abbia subito una lesione al duodeno, la prima porzione dell’intestino tenue. Il che avrebbe provocato un’infezione generalizzata non sufficientemente contrastata dalla terapia antibiotica. Poi la setticemia che, in meno di ventiquattr’ore, può portare alla morte. In seguito ad alcuni disturbi la signora aveva prenotato l’esame con l’impegnativa del medico di base per venerdì scorso.
Di buon mattino si era presentata in ospedale e, con sedazione, si era sottoposta ai due accertamenti. Al risveglio, fin da subito aveva lamentato dolori. «Succede, non si preoccupi» era stata tranquillizzata con l’invito ad assumere un antinfiammatorio. Al rientro a casa, però, i dolori erano diventati forti, addirittura lancinanti.
I familiari l’avevano accompagnata al Pronto soccorso dell’Azienda e i medici, dopo aver saputo dei due esami, l’avevano sottoposta a una ecografia. Immediato il ricovero.
Sabato Nicoletta Bettucchi aveva subito il primo intervento chirurgico, che non era bastato. Domenica la seconda operazione, poi il coma e il trasferimento in Rianimazione dove era stata intubata. Nella notte i familiari erano stati informati: non c’erano speranze.
La morte all’alba di lunedì. Nicoletta Bettucchi era caporedattrice nella casa editrice vicentina Neri Pozza. Anzi, ne era “l’anima”.