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PORDENONE. Fra i dimenticati dal Green pass ci sono anche i vaccinati con singola dose e superanticorpi contro il coronavirus. Categoria negletta come quella dei guariti dal Covid-19: chi vi appartiene, pur bramandola, non riesce a ottenere la certificazione verde. Salvo sottoporsi ogni 48 ore a un tampone. A farsi portavoce del surreale impasse è l’avvocato Morena Cristofori, vicepresidente della Fidapa e candidata della Lega Nord.
«Ci troviamo – racconta – in una situazione ai confini della realtà, siamo costretti a fare tamponi in continuazione se vogliamo vivere o lavorare e con l’introduzione del Green pass obbligatorio dal 15 ottobre, sinceramente temo le ricadute sulla mia attività libero-professionale».
Cristofori premette di essere favorevole all’obbligo vaccinale e rispettosa pure nei confronti di chi la pensa diversamente sul punto, e precisa come la sua non sia una presa di posizione ideologica o politica, ma una battaglia per il diritto alla salute di tutti.
L’avvocatessa ha ricevuto la prima iniezione di siero il 24 maggio. Avrebbe avuto il richiamo il 5 luglio. «Per motivi miei – prosegue Cristofori – ho deciso di sottopormi a un test sierologico al centro di medicina di Pordenone. È emerso che avevo un numero abnorme di anticorpi». Come mai? «Evidentemente potrei aver contratto il virus in forma asintomatica, senza rendermene conto», l’ipotesi del legale.
«Quando mi sono recata al centro vaccinale per la seconda dose – continua – i medici mi hanno esonerato dalla seconda dose e mi hanno rilasciato un certificato di completamento del ciclo vaccinale. Con quel numero di anticorpi sarebbe stato letale somministrarmi il richiamo».
La certificazione verde, però, non è arrivata. «Dal 25 luglio – riferisce Cristofori – ho cominciato a scrivere mail a vari indirizzi e telefonare all’azienda sanitaria. Sono riuscita a raggiungere infine il ministero della Salute: per loro ci vogliono due dosi, oppure una e il certificato di guarigione, per ottenere il green pass. Il mio caso non è contemplato. O meglio, è stato inserito in una circolare ministeriale, già pubblicata ma non ancora operativa. Dovrebbe diventarlo, da quanto mi hanno detto al ministero, alla fine di settembre».
Nell’attesa, l’avvocatessa ha prenotato l’ennesimo tampone. «Quando vado in farmacia trovo sempre la fila: non tutti sono no vax, ci sono anche persone che come me non possono avere il green pass, pur volendolo. I tamponi dovrebbero essere gratuiti». L’avvocatessa ha evidenziato la necessità di regolamentare al più presto la situazione, per scongiurare ulteriori disagi.