Il tecnico: «Dobbiamo vincere con i risultati una negatività che c’è nell’ambiente. La loro partenza sprint non sorprende»
TRIESTE La Triestina si avvicina alla sfida di domenica contro il Padova (all’Euganeo inizio ore 14.30) e mister Bucchi è deciso a proseguire il percorso di crescita della squadra nonostante squalifiche (sarà ancora fuori De Luca) e infortuni non aiutino in questo senso.
Bucchi, ha parlato dopo il Piacenza di un certo freno mentale nella squadra: può aiutare il fatto di giocare senza i favori del pronostico?
«Quando parlo di freno mentale, è a prescindere dall’avversario, mi riferisco alla storia recente della Triestina, all’ambiente che respira tanti anni di difficoltà societarie. Ora che è arrivata una società forte, solida, magari c’è ancora il ricordo del play-off perso, quindi si sommano questi pensieri negativi e vuoi o non vuoi, sembra che circondino un po’ la squadra e l’ambiente in generale».
Qual’è la soluzione?
«Dobbiamo essere bravi noi, solo noi possiamo liberare il campo da queste nuvole, con le prestazioni, con i risultati, credo sia questo quello che vuole vedere la nostra gente. Credo che i tifosi abbiano apprezzato moltissimo il secondo tempo di lunedì, una squadra aggressiva, sbarazzina, che ha giocato per vincere, cosa che in queste prime partite non eravamo riusciti a fare».
Il Padova ha punti deboli?
«Il Padova è la squadra che tutti si aspettavano: lo scorso anno ha fatto 80 punti e ha aggiunto a un organico di per sé fortissimo giocatori di categoria superiore. Ha ripreso Valentini, Chiricò, Curcio, ha preso Monaco, Ceravolo, Kirwan che era alla Reggiana, Busellato, Settembrini, Terrani, giocatori di spessore assoluto. E tutto questo con lo zoccolo duro della passata stagione, quindi mantenendo una certa continuità».
La partenza sprint non è quindi una sorpresa.
«Non mi meraviglia, credo sia una squadra esperta e matura, che ha saputo ottimizzare al massimo le situazioni sin dalle prime giornate. Questo ci dà il senso di quanto sia forte, ma ci interessa relativamente. Perché quando la Triestina sarà squadra e spero lo sia presto, non deve preoccuparsi degli avversari ma pensare solo a far bene le proprie cose».
L’assetto visto col Piacenza può diventare stabile?
«In questo momento siamo alla ricerca di una nostra identità. La differenza tra noi e il Padova è che noi abbiamo ricostruito in pratica quasi tutto per intero. Questo comporta trovare l’amalgama tra i giocatori e il sistema di gioco che permetta loro di esprimersi al meglio. Questo ovviamente sta a me, ma il tutto è dato sempre ai giocatori a disposizione. Non dimentichiamoci che non abbiamo ad esempio Petrella, Sarno e De Luca, giocatori rapidi, tecnici ed imprevedibili che possono farci variare tante situazioni, dobbiamo quindi comportarci di conseguenza».
Ci sono degli acciaccati in difesa, vero?
«Dobbiamo valutare Capela che ha preso una botta alla testa col Piacenza, non sappiamo se lo avremo. Lo stesso vale per Ligi che si porta dietro un risentimento muscolare. Siamo un po’ contati in alcuni reparti ma sono difficoltà che ci sono state dall’inizio. Non mi piace comunque parlare di emergenza, ma di opportunità, occasione per tirare fuori carattere e agonismo».
Il rientro di Natalucci può essere un’arma preziosa?
«Ha sicuramente grande fisicità, sprint e corsa, dispiace che in questa prima parte siamo riusciti a lavorare poco con lui, ma se trova un suo equilibrio può avere un ottimo futuro».