L’aggressione negli uffici della stazione ferroviaria. Catturato dopo la fuga, l’uomo è ora al coroneo
TRIESTE Ha sollecitato l’attenzione della Polfer dicendo di voler fare una denuncia, e una volta avuto ascolto ha sferrato all’improvviso un fendente alla gola di un agente, utilizzando un coltello che teneva nascosto nella mano destra. Il poliziotto se l’è cavata fortunatamente con diversi punti di sutura e una prognosi di quindici giorni.
Teatro dell’episodio è la stazione ferroviaria centrale, dove l’altra sera intorno alle 20.10 un uomo, italiano, che non si trovava lì in veste di viaggiatore, ha suonato alla porta del Compartimento di Polizia ferroviaria che si trova alle spalle dell’ampio salone di ingresso. «Devo sporgere una denuncia», ha detto agli agenti che a quel punto gli hanno consentito di accedere ai locali. Un poliziotto, prima di fare accomodare l’uomo per poi procedere con l’iter burocratico utile a raccogliere l’esposto, l’ha trattenuto sull’uscio facendogli alcune domande. La situazione sembrava tranquilla. Poi, all’improvviso, l’uomo come detto ha ferito l’agente alla gola. Un colpo di coltello veloce, diretto, dopo il quale si è subito dato alla fuga.
Gli uomini della Polfer sono intervenuti all’istante, sia per soccorrere il collega ferito che per acciuffare l’uomo il quale, rincorso, è stato bloccato e nella stessa serata condotto nel carcere del Coroneo.
L’agente dalla Polizia ferroviaria, 45 anni, ha riportato una profonda ferita ed è stato dapprima soccorso sul posto dal personale del 118, poi trasferito al Pronto soccorso di Cattinara dove gli sono stati praticati alcuni punti di sutura; nel corso della nottata è stato dimesso. Se la caverà appunto con 15 giorni di prognosi. L’aggressore - potrebbe trattarsi di una persona con delle fragilità - una volta fermato si è trincerato nel silenzio. Non ha voluto spiegare agli agenti il perché di quel gesto, né il motivo per il quale abbia preso di mira proprio gli uomini della Polfer. Ora sull’episodio, che avrebbe potuto trasformarsi in una tragedia se solo l’uomo avesse sferrato il fendente con maggior forza, indaga il pm Federica Riolino.
Esprimendo la massima solidarietà al collega aggredito, sul caso interviene anche il Siulp: il sindacato dei lavoratori di polizia ritiene che questo episodio sia «l’ennesima dimostrazione del fallimento delle politiche sulla safety e sulla security di questa città».
Il segretario del Siulp, Fabrizio Maniago, in una nota, evidenzia come «i violenti sanno che prima di andare in galera e rimanerci al fine di riflettere su quanto commesso, devono compiere una strage: diversamente, per loro il carcere ha le porte girevoli». Il sindacalista, infine, affida «a chi deve pensare al futuro della nostra società e alla civile convivenza il compito di ripensare a quello che succede quotidianamente e di porvi rimedio prima che la gente si stufi e ritorni il Far West».