Progetto pionieristico della Solaris assieme alla Nutristar. Si studierà in laboratorio la dieta bovina più efficiente
MANTOVA. Un rumine, cioè il tratto digerente dei un bovino, artificiale per testare in laboratorio la dieta ottimale di foraggio da fornire alle vacche da latte. Questo grazie ad un bioreattore prodotto dalla Solaris Biotech di Porto Mantovano. Una innovazione che consentirà alla filiera lattiero casearia da un lato di migliorare il benessere animale e la produzione di latte e dall’altro di minimizzare la formazione del metano, tra i responsabili dell’effetto serra.
Punto di poartenza è l’alimentazione bovina molto complessa e articolata. Le variabili sono notevoli e la parte foraggera è l’aspetto preponderante della nutrizione, rappresentando una grossa percentuale della dieta (50-60%). Conoscere bene i foraggi e capirne la digeribilità è fondamentale. Altro aspetto importante è l’equilibrio che esiste, all’interno della dieta, tra fibra, proteina, amido e sali minerali che mantengono viva e vitale la flora batterica, da cui dipende anche la qualità del latte. Aspetti che sinora sono stati trattati in modo empirico
La risposta è venuta dal rumine artificiale, una sfida pionieristica che si pensa sarà in grado di supportare in futuro la produzione di alta qualità di latte negli allevamenti. E a cascata aumentare l’efficienza della filiera lattiero casearia, settore sempre alla ricerca di metodi innovativi per supportare una produzione. Il progetto, condotto da Nutristar, azienda di mangimi con sede a Reggio Emilia, in collaborazione con l’Università di Udine, si è posto come obiettivo la creazione di un liquido ruminale standard. In questo modo è stata eliminata una parte della variabilità biologica, permettendo ai tecnici del laboratorio specifico così creato, il “Rumilab+” di analizzare e investigare con elevata ripetibilità sia la fibra sia le proteine, elementi fondamentali per gli animali. L’obiettivo è formulare diete realmente equilibrate, per mantenere l’animale in salute e allo stesso tempo produttivo.
«Grazie ai bioreattori Solaris siamo riusciti ad autoprodurre un succo ruminale stabile - spiega Alessandro Lorro, direttore tecnico di Nutristar - . In questo modo possiamo verificare come cambiano le varie diete, come certi additivi possono influire nel migliorare la digeribilità dei foraggi e anche, di recente, come possono ridurre i metanigeni, cioè i batteri responsabili della formazione del metano».
Soddisfazione anche da parte di Solaris.: «Supportare con i nostri bioreattori Nutristar in questo progetto pioneristico - spiega la responsabile commerciale divisione Lab Giulia Casarini - ci ha permesso di mettere a punto una tipologia di bioreattore con caratteristiche uniche, in grado di riprodurre una parte dell’apparato digerente dell’animale, monitorandone e controllandone costantemente le fasi».