Il decesso della pensionata per la termocoperta in fiamme. L’imputata avrebbe gettato acqua innescando un corto circuito
Volterra. Quando vide l’anziana avvolta nella termocoperta a fuoco iniziò a gettare acqua sulla donna e sulla coperta.
La badante credeva in quel modo di spegnere il fuoco, ma con quel gesto provocò un corto circuito dall’epilogo fatale.
Ne è convinta la Procura che ha chiesto e ottenuto il rinvio a giudizio della donna per omicidio colposo.
Si tratta di Gabriela Lenuta Lung, 45anni, romena, difesa dall’avvocato Simona Volpi.
In aula davanti al giudice Elsa Iadaresta (pm onorario Mariangela Mosca) è stata sentita una poliziotta del commissariato di Volterra, tra i primi ad arrivare in via Allori, località Strada, intorno alle 4.30 del 15 marzo 2018.
In casa trovarono il corpo senza vita di Bruna Trafeli, 92 anni, vittima di un incidente domestico con presunta responsabilità della donna che avrebbe dovuto accudirla.
A carico della badante le contestazioni sono quelle di un comportamento negligente nella cura dell’anziana con l’utilizzo dell’acqua per spegnere il piccolo rogo che aveva avvolto la pensionata ritenuto scellerato e probabile causa del corto circuito elettrico all’origine dell’incendio letale. E anche un’assenza nell’immediatezza del fatto.
La deposizione del professor Marco Di Paolo, consulente della Procura all’epoca dell’autopsia, sarà acquisita nelle prossima udienza.
Il suo contributo sarà decisivo per chiarire quanto abbia inciso sul decesso il tentativo maldestro della badante di ricorrere all’acqua sulla termocoperta da cui usciva fumo con la pensionata avvolta di lì a poco dalle fiamme.
Nell’ipotesi dell’accusa c’è il comportamento della romena nell’accudire la pensionata.
La valutazione di eventuali omissioni o negligenze che hanno portato all’incidente mortale anticipò gli accertamenti le cui basi furono costituite da sequestri e testimonianze.
«È successa una tragedia, la badante si è dimenticata la spina della termocoperta attaccata» è la frase che la poliziotta ha riferito in aula attribuendola a una delle figlie della pensionata all’arrivo delle forze dell’ordine nell’appartamento al secondo piano di via Allori. La realtà era
Le urla della 92enne avevano svegliato la badante, ma il suo intervento non solo non era servito a salvare la donna, ma, secondo l’accusa, aveva creato le condizioni per aggravare una situazione che nel giro di qualche minuto si rivelò irreversibile con la morte dell’anziana.
I familiari della pensionata non si sono costituiti parte civile.
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