PRATO. Da lunedì, 20 settembre, via alla terza dose di vaccino nell’area dell’Asl Toscana centro. Le dosi saranno somministrare per ora solo a due categorie di super-fragili, i diabetici e i trapiantati (circa 1.000 persone in tutta l’area). Per quanto riguarda Prato le vaccinazioni verranno effettuate all’ospedale Santo Stefano a chiamata: i vaccinandi saranno contattati direttamente dall’azienda. La situazione sanitaria del Covid in città e provincia richiede ancora molta attenzione. Il territorio è fra i più colpiti in Italia, soprattutto fra alcune comunità straniere. Le varianti virali che circolano in Italia sembra siano ancora sensibili alla immunità creata dai vaccini usati, che quindi risulta capace di evitare l’evoluzione maligna dell’infezione. Non si escludono, comunque, periodiche vaccinazioni in futuro. E’ il pensiero di Guido Moradei, presidente dell’Ordine provinciale dei medici e odontoriatri.
È favorevole alla terza somministrazione del vaccino?
Non ritengo corretto affrontare i problemi complessi della Medicina sulla base delle opinioni personali. In questo caso dobbiamo aver fiducia in quanto viene proposto, su basi scientifiche, dagli infettivologi e dai virologi. Dopo le prime due dosi, si sta osservando nell’organismo vaccinato un calo degli anticorpi dopo 9-12 mesi. La quantità degli anticorpi non è la sola espressione della immunità contro la malattia. Sembra sia più importante la risposta immunitaria cellulare. Il dosaggio anticorpale viene prevalentemente usato per lo studio della diffusione del virus. Le varianti virali che, ad oggi, circolano in Italia sembra che siano ancora sensibili alla immunità creata dai vaccini usati, che comunque risulta capace di evitare l’evoluzione maligna della infezione.
Con la terza dose quale percentuale di pazienti si riuscirà a coinvolgere?
Inizialmente saranno coinvolte le categorie dei pazienti fragili ed immunodepressi, gli ultraottantenni, i sanitari ad iniziare da quelli più esposti al possibile contagio. Sicuramente tutti coloro che hanno fatto le prime due dosi faranno anche la terza.
Esistono certezze sulla durata del terzo vaccino?
La malattia Covid è una malattia della quale non si conosce la evoluzione nel tempo e perciò si dovrà controllarne l’evoluzione e decidere in base a quanto potrà succedere. È probabile che il rischio maggiore derivi non dalla riduzione dell’immunità, ma dalla comparsa di varianti virali che la possano rendere inefficace. Per questo è necessario che si continui a mantenere una forte attenzione alle norme igieniche che limitino la diffusione del virus e quindi la possibilità che si possano creare nuove varianti virali.
Ritiene possibile la necessità di una quarta dose?
È possibile che, come per altre malattie come l’Influenza, sia necessaria una periodica vaccinazione che immunizzi contro le varianti virali.
Che aggettivo userebbe per indicare il livello dell’attuale situazione sanitaria nel suo territorio?
Dai dati forniti dalla Regione Toscana e dal Ministero della salute la provincia di Prato risulta essere una delle provincie italiane con la più alta diffusione del virus e che la comunità cinese e quella pachistana siano quelle con la più alta incidenza dell'infezione. La situazione sanitaria pratese pertanto necessita ancora di molta attenzione.
In questa situazione complessa, prevede si debba giungere ad una obbligatorietà vaccinale?
La vaccinazione è assolutamente raccomandabile e sufficientemente sicura. La percentuale di vaccinati appare molto buona, anche se a livello ancora non ottimale. Comunque la valutazione della obbligatorietà del vaccino rimane nell'ambito della strategia sanitaria e, quindi, della politica nazionale.