La direttrice della centrale degli acquisti della Regione è accusata di aver dato il via libera al pagamento in anticipo di 7 milioni per dispositivi consegnati in ritardo. Coinvolta anche un'altra funzionaria
FIRENZE. Tre richieste di rinvio a giudizio nell’ambito dell’inchiesta della procura di Firenze sull’acquisto da parte di Estar, la centrale unica di acquisto per le Aziende sanitarie toscane, di 200 ventilatori polmonari. I macchinari, comprati per 7 milioni di euro dall’ente a marzo del 2020, quando tutti erano alla ricerca di ventilatori per contrastare la pandemia da Covid, non furono consegnati entro il termine prestabilito.
Il procuratore aggiunto Luca Turco, titolare delle indagini, ha chiesto il processo per la dirigente generale di Estar Monica Piovi, per la direttrice area attrezzature Marta Bravi e per l’imprenditore Giovanni Mondelli, titolare della società di Milano Assoservizi srl incaricata di fornire i ventilatori. La dg di Estar e la dirigente sono accusate di falso ideologico commesso dal pubblico ufficiale in atti pubblici, l’imprenditore di inadempimento di contratti di pubbliche forniture. Toccherà adesso al gup di Firenze Sara Farini decidere sulla richiesta di processo. L’udienza preliminare è fissata tra meno di un mese, il 12 ottobre prossimo. Nel mirino degli inquirenti c’è tra l’altro il fatto che l’acquisto dei ventilatori sarebbe avvenuto prima che venisse emessa la relativa delibera. Era il marzo del 2020, in piena pandemia da Covid, e gli enti come Estar agivano in situazione di totale emergenza, alla ricerca di macchinari che scarseggiavano vista la forte richiesta di tutti i reparti di terapia intensiva. Secondo le indagini, Estar avrebbe avviato una trattativa privata per acquistare i 200 ventilatori polmonari dalla Assoservizi.
Il pagamento da parte di Estar sarebbe stato effettuato in un’unica soluzione il 23 marzo con un bonifico da 7 milioni di euro. I ventilatori tuttavia non sarebbero stati consegnati entro il termine previsto, fissato per il 27 marzo 2020. Tre giorni dopo, il 30 marzo 2020, Estar avrebbe emesso una delibera, firmata dal dg Monica Piovi, in cui stabiliva che avrebbe pagato alla Assoservizi i ventilatori: in questo nodo, per l’accusa, si sarebbe affermato il falso poiché l’acquisto era già stato effettuato. Sempre in base a quanto accertato dagli inquirenti, contemporaneamente alla trattativa privata con la ditta di Milano, Estar avrebbe indetto una gara ristretta per l’acquisto dei ventilatori polmonari, convocando alcune ditte. Una delle offerte sarebbe stata giudicata idonea ma, sostiene l’accusa, Estar non l’avrebbe accettata perché aveva già acquistato i macchinari dalla Assoservizi. Per gli inquirenti, in una delibera – sempre del 30 marzo – il direttore area attrezzature di Estar, Marta Bravi, avrebbe motivato la mancata accettazione dell’offerta a sua volta affermando il falso, ossia che il fabbisogno regionale sarebbe stato coperto dalle forniture della protezione civile in realtà inadeguate. Così facendo, per l’accusa avrebbe nascosto l’acquisto dalla Assoservizi, avvenuto con pagamento anticipato, in assenza di delibera e senza effettuare controlli sulla società fornitrice.
Nel luglio del 2020 la dg di Estar Monica Piovi è stata sentita in marito alla vicenda dalla commissione regionale di controllo del Consiglio regionale della Toscana. Davanti alla commissione presieduta da Luciana Bartolini (Lega), Piovi ha precisato che l’acquisto con pagamento anticipato dei ventilatori polmonari fu fatto con una procedura d’urgenza perché non c’erano alternative: ci si trovava in pieno picco pandemico e non c’era programmazione delle consegne da parte della protezione civile.
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