Questa sera in Sant’Agostino l’ordinazione del 35enne «Gli studi mi hanno insegnato a mettere le cose a posto»
Da questa sera la Chiesa di Modena-Nonantola avrà un nuovo sacerdote. Don Luca Piacentini sarà infatti ordinato alle 20.30 nella chiesa di Sant’Agostino per l’imposizione delle mani dell’arcivescovo Erio Castellucci e, per quest’anno, sarà l’unico nuovo ordinato nella diocesi di Modena-Nonantola.
Luca Piacentini ha 35 anni, è originario della parrocchia di Formigine, dove domani presiederà la sua prima messa alle 11.30. Nei prossimi giorni andrà come vice parroco a Nonantola, per sostituire don Mattia Ferrari, che è andato a Roma per studiare. All’ordinazione, naturalmente, saranno presenti tanti sacerdoti, in testa oltre al vescovo e al vicario generale ci saranno il rettore del Seminario don Maurizio Trevisan e gli altri sacerdoti della struttura, oltre a don Federico Pigoni, ex rettore e ora parroco a Formigine, e don Alberto Zironi di Nonantola. La caratteristica peculiare di don Piacentini è l’aver maturato la propria vocazione al sacerdozio al termine degli studi universitari: è infatti laureato in Ingegneria informatica, ha lavorato e a 28 anni ha deciso di entrare in Seminario e di cambiare vita, passando dall’azienda di Maranello in cui lavorava a fare servizio in diverse parrocchie della diocesi (in questi anni è stato, oltre che a Formigine, anche a Montefiorino e Maranello) studiando teologia fino a terminare il percorso di studio e di preparazione. «Stranamente sono molto tranquillo - sottolinea alla vigilia dell’ordinazione presbiterale don Luca - ho fatto una piccola corsa per finire gli studi e poi per preparare la celebrazione e cercare di invitare le persone più significative, però alla fine è tutto pronto e sono tranquillo. Chiaramente ci sono tante persone che mi sono vicine e pregano per me, questo ha un suo effetto molto positivo in questo momento». È lo stesso diacono, e tra poche ore nuovo prete, a raccontare la sua storia: «Avevo lasciato la parrocchia dopo la cresima, come succede a tanti. Avevo diversi gruppi di amici tra il paese e la scuola e non sentivo il bisogno di continuare il percorso parrocchiale, un percorso che ho poi ripreso molto più avanti, quando avevo 23 anni. In parrocchia a quel punto ho trovato un nuovo gruppo di amici che mi hanno coinvolto in varie attività, e tra queste anche la catechesi dei ragazzi: posso dire di aver trovato una seconda famiglia, o forse direi quasi una prima… Nel frattempo - prosegue il suo racconto il 35enne - mi sono laureato in Ingegneria informatica e ho cominciato a lavorare prima a Reggio e poi a Maranello: è stato proprio durante quegli anni che ho sentito il desiderio di entrare in Seminario. Questa idea trovava una corrispondenza dentro di me, ma posso dire che la decisione di prendere l’iniziativa per entrare in Seminario in realtà mi è venuta da fuori. È stata davvero una chiamata, una chiamata che è passata attraverso tante persone. Ho trovato persone che mi hanno dato una fiducia che supera quella che avrei dato a me stesso».
Un sacerdote ingegnere non è un inedito, ma poco ci manca, di più un informatico: «Quello che mi porto dietro dal percorso di informatica è una certa impostazione mentale - sintetizza don Luca - ovvero la tendenza a mettere ordine, questo aiuta anche nella vita di una parrocchia. Non è nemmeno una eventualità così rara, anche altri hanno fatto un percorso simile al mio. L’informatica - conclude - abitua a mettere ogni cosa al suo posto, nella vita interiore e spirituale ma anche nel rapporto con le altre persone».
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