Ha viaggiato nel mondo insegnando l’arte dell’ebanisteria, dell’intarsio e del mosaico ligneo. Ha fondato scuole ed è stato consulente per i giganti della produzione di sedie in Cina, Canada, Tunisia, Malta e Ungheria. Il suo soprannome era “Il mitico”. Franco Sartori di Mariano del Friuli, 81 anni portati con vigore e energia, per la prima volta racconta la sua avventura di valente artigiano ingaggiato dal ministero degli Esteri come esperto di modellistica e insegnante di laboratorio del legno. Un uomo schietto, erede di una tradizione che dall’800 fino agli anni ’50 aveva in Mariano una capitale della produzione della sedia, con oltre 70 laboratori artigianali attivi. «Poi sono arrivati da Manzano e dintorni – ricorda Sartori – e hanno portato via i migliori artigiani per metterli a capo delle nuove fabbriche».
Nel 1960 consegue il diploma di maestro d’arte alla Scuola d’arte di Gorizia, vince due concorsi per le cattedre di tarsia e intaglio all’Istituto d’arte di Udine. «Non ho mai amato la scuola – dice – neppure da insegnante. Fu solo grazie a mia moglie Graziella che divenni docente». E proprio in un’aula arrivò nel 1984 la chiamata dal Ministero per andare tre anni a Malta a insegnare laboratorio del legno all’Art and Design Center de La Valletta. Per oltre 15 anni, fino al 1999, ha vissuto con la valigia in mano, in tempi in cui viaggiare in certe zone era difficile. «Nel 1989 – ricorda – ero in Cina a Quynh Dao al confine con la Corea del Nord. Erano i giorni di Tienanmen e i controlli sugli stranieri erano molto severi. Le cose rischiarono di mettersi male quando scoprirono sotto una pressa la prima pagina del Corriere della Sera con la foto dei ragazzi che cercavano di fermare i carri armati. Dovevo insegnare ai 6 mila operai di una fabbrica come fare sedie. Non fu possibile! Erano incapaci di seguire le indicazioni e di utilizzare i macchinari arrivati dall’Italia. Per questo li murarono davanti ai miei occhi stupefatti: un fallimento! La vita era triste, tanta povertà e un lavoro massacrante di 64 ore alla settimana. La corrente era erogata a singhiozzi per cui si lavorava quando si poteva».
Anche in Tunisia a metà anni ’90, dove la moglie Graziella lo raggiunse, la vita era a ostacoli. «Mi ero fatto degli amici che credevo professionisti e poi venni a sapere che avevano ruoli importanti nel partito al potere. Le visite e gli inviti a pranzo erano modi gentili per tenermi sotto controllo». L’ultima missione nel 1999 a Montreal in Canada.
Esperto di restauro di mobili antichi dal 2006 Franco Sartori realizza delle mirabili opere d’arte lignee: statue, altorilievi, mosaici e tarsie. Lavori nei quali esperienza e passione compongono figure di fantasia o riproduzioni dei pavimenti musivi delle Basiliche di San Marco e Venezia e di Aquileia. Nella chiesa di Mariano si può ammirare un pregevole paliotto d’altare. Quando racconta la sua vita avventurosa Franco sprigiona energia. Solo un pensiero spegne il suo sorriso non aver potuto avere degli allievi a Mariano, per far vivere l’arte che ha portato in giro per il mondo.
