LUCCA. Soltanto uno degli imputati dell’indagine sulla malasanità legata alle protesi di bassa qualità impiantate ai pazienti nel periodo che va dal febbraio 2016 al maggio 2017 ha deciso di patteggiare la pena. Si tratta di Denis Panico,45 anni, riminese, responsabile commerciale in Italia dell’azienda francese Ceraver srl, società che riforniva di protesi ortopediche anche la Casa di Cura lucchese Maria Domenica Barbantini.
Panico, accusato di corruzione nel filone principale dell’inchiesta della Guardia di Finanza partita dal policlinico di Monza, davanti al gup brianzolo aveva patteggiato a due anni e otto mesi di reclusione. E, accusato dello stesso reato anche a Lucca, ha chiesto al giudice dell’udienza preliminare Antonia Aracri di procedere in continuazione con l’altro episodio definito dal gup di Monza. E ha già raggiunto l’accordo che porterebbe un aumento di pena di tre mesi. In sostanza per i due episodi contestati (Monza e Lucca) Panico patteggerebbe complessivamente a 2 anni e 11 mesi di reclusione. Ma l’accordo con il gup lucchese potrà essere ratificato soltanto quando la sentenza emessa dal giudice monzese sarà passata in giudicato visto che il legale di Panico ha rinunciato a presentare ricorso nei vari gradi di giudizio. Per questo motivo il gup ha optato per un rinvio di appoggio a settembre.
Al di là della posizione di Panico, tutti gli altri indagati professano la loro innocenza negando nella maniera più assoluta di aver commesso il reato di corruzione. Nell’inchiesta – che vede per la parte lucchese la direzione delle indagini affidata al sostituto procuratore Enrico Corucci – sono indagati tre alti dirigenti dell’azienda transalpina Ceraver srl (Daniel Blanquaert, Rami Charles Joseph Shimel e Philippe Cuisset ); il responsabile della clinica Barbantini, Claudio Altamura, 41 anni, di Telese Terme (Benevento), amministratore delegato della Santa Chiara srl (società che ha in affitto la struttura sanitaria); i medici Luca Lucente, 59 anni, chirurgo libero professionista romano e Alberto Serta, 56 anni, chirurgo dell’ospedale militare Celio a Roma, il medico Emanuele Delianni, 66 anni, romano, all’epoca dei fatti in servizio alla clinica Barbantini e infine Giuseppe Merli, 57 anni, di Montevarchi, rappresentante per la Toscana della società Almeros srl che acquista e rivende protesi lavorando in collaborazione con la Ceraver.
Indagate anche come persone giuridiche le tre società interessate all’ipotesi di accordo corruttivo: Ceraver Italia srl, Almeros srl e Santa Chiara srl. Per i tre dirigenti francesi, stupiti dall’incriminazione visto che in Francia la prassi utilizzata di avvicinare i medici, proporre il loro prodotto e offrire una cena da 25 euro e un pernottamento in un albergo a tre stelle, non è previsto come illecito penale e, ad ogni modo, non erano neanche consapevoli della situazione visto che Denis Panico aveva totale autonomia di operare. —
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