Due casi sono già stati sequenziati a Pisa una settimana fa e tre tamponi “sospetti” sono stati segnalati ieri nel laboratorio di virologia e microbiologia a Careggi. I campioni di tre persone contagiate dal virus nell’area centrale della Toscana risultati positivi ai kit rapidi a disposizione dei biologi per dare la caccia alla variante e di cui nelle prossime ore è attesa la conferma. No, la variante Delta non è certo un’emergenza ma non è un caso che la Toscana abbia subito preso contromisure per scongiurare la diffusione della mutazione del Covid che preoccupa il mondo.
Proprio dopo i primi due casi sequenziati a Cisanello dall’assessorato alla sanità guidato da Simone Bezzini è partita una lettera alle Asl che chiede di inviare tutti i tamponi positivi ai laboratori delle aziende ospedaliere universitarie di Firenze, Pisa e Siena per dare la “caccia” alla variante indiana. Un sequenziamento a tappeto che, dice il presidente Eugenio Giani, è la misura idonea a tenere sotto controllo la circolazione della mutazione. "Devo dire che sono talmente limitati i casi di contagio in Toscana che in questo momento non parlerei di allarme, ma di presa d'atto, se verranno fatte le sequenziazioni, del processo che a livello nazionale ormai è in corso di trasformazione della casistica di Covid-19 in Italia verso una forte percentuale di Delta".
In fondo, anche Mauro Pistello, primario di Virologia a Pisa, mette in guardia: «È 5-6 volte più contagiosa della variante inglese, ma non è detto che attecchisca da noi in modo così capillare come in Inghilterra, dove la maggioranza della popolazione è stata vaccinata con una sola dose di AstraZeneca, meno resistente alle varianti di Pfizer, che da noi invece è prevalente». —