Gli azzurrini hanno superato i nerazzurri (5-3) al termine di una partita pazzesca a Sassuolo. Vantaggio di Asllani, doppiette di Ekong e Baldanzi. Il tecnico Buscé in lacrime
EMPOLI. E' scudetto! Ventidue anni dopo la prima e unica volta, la Primavera dell'Empoli batte di nuovo l'Atalanta e scuce dalle maglie degli orobici il titolo di campione d'Italia al termine di una partita pazzesca, un 5-3 col fiato in gola fino all'ultimo secondo, firmato da Asllani e dalle due doppiette di Ekong e di un immenso Tommaso Baldanzi, che è sbocciato quando più ce n'era bisogno. Al triplice fischio finale esplode la festa sugli spalti del Ricci di Sassuolo, dove stavolta erano arrivati anche i tifosi azzurri che sentivano profumo d'impresa e non si sbagliavano.
Vince una squadra sbarazzina, che alla vigilia dell'ultima giornata di campionato era fuori dai playoff, capace di riacciuffarli con un 3-0 alla Spal, ma soprattutto capace di eliminare in serie le corazzate del calcio giovanile italiano. Prima la Juventus, poi l'Inter con quel gol di Manfredi al 121', ora i detentori del titolo, che puntavano al tris dopo due scudetti di fila. Fin troppo facile profetizzare che questo è il futuro dell'Empoli, della prima squadra, dove prima o poi approderanno alcuni di quelli che hanno fatto l'impresa.
La cronaca è un susseguirsi quasi incredibile di occasioni da gol e la conferma che questo Empoli non sa fare calcoli. Nonostante avessero nelle gambe i 120 minuti della semifinale con l'Inter e un giorno di riposo in meno, gli azzurrini sono partiti a mille, una prima mezz'ora da tarantolati che ha fruttato il vantaggio di Asllani su punizione. La reazione dell'Atalanta ha portato al pareggio di Sidibe poco dopo la mezz'ora. Ma quando già si pensava che l'Empoli avrebbe pagato dazio all'inizio arrembante, è arrivato l'uno-due che probabilmente ha deciso la partita: al 41' Baldanzi entra nella difesa atalantina come un coltello nel burro e fulmina Dajcar. Cinque minuti dopo Ekong svernicia il marcatore diretto e fa 3-1.
Nella ripresa il tecnico orobico Brambilla mette a posto la difesa (troppo tardi, col senno di poi) e i nerazzurri producono il massimo sforzo per riaprire l'incontro. Ci riescono al 53' con Italeng bravo a girare di testa nell'area piccola, ma la gioia dura poco perché un minuto dopo Ekong s'invola un'altra volta e fa 4-2. Nel finale emerge il nervosismo. L'arbitro espelle il subentrato De Nipoti per una gomitata a Pezzola, che però spinge l'avversario sotto gli occhi dello stesso arbitro e va a fargli compagnia sotto la doccia. Un fallo di mano di Belardinelli in area all'89' (rigore trasformato da Cortenovis) riporta sotto i nerazzurri, ma anche stavolta i tifosi lombardi non hanno il tempo di esultare perché uno strappo quasi incredibile di Fazzini mette sui piedi di Baldanzi la palla che il fantasista trasforma nel definitivo 5-3. Si finisce con le lacrime del tecnico Antonio Buscé, confinato in tribuna per squalifica, che è corso in campo per abbracciare tutti i suoi ragazzi e stanotte non dormirà.
