FERRARA. Riccardo Cervellati nel mondo del calcio, dentro e fuori dal campo ha esperienza da vendere. Continua a vivere quotidianamente a stretto contatto col pallone l’ex portiere di Spal e Bologna, poi agente Fifa, procuratore e da poco coordinatore della Centese (recentemente ha vissuto anche la straordinaria esperienza da responsabile per il mercato occidentale della Lokomotiv Mosca).
In tutto questo le vicende di casa Spal – seguite sempre con grande passione, ma soprattutto competenza – non possono sfuggirgli.
Cervellati, si sarebbe mai immaginato un’estate con questi discorsi? «Pariamo da fatto che non mi sarei mai immaginato che la Spal nell’ultimo campionato venisse addirittura esclusa dai playoff: entrare nelle prime otto era un obbligo assoluto. Ciò che stiamo vivendo è un po’ la conseguenza di questa grande delusione. Il non ritorno in A, unito ai tanti sforzi economici fatti e che non hanno pagato, hanno generato tale tunnel dal quale bisognerà uscire in qualche modo».
Come vede la questione del passaggio societario? «I Colombarini sembrano molto stanchi, con meno trasporto ed entusiasmo rispetto al sentimento che aveva caratterizzato la loro escalation. Si sono trovati di fronte a numeri che erano inaspettati e ora hanno manifestato la loro intenzione. Di fronte a un’opportunità che garantirebbe continuità alla Spal e alla città, venderebbero. Viceversa hanno già dichiarato con quale forma e con quale modalità rimarrebbero. Al momento i programmi di Tacopina sono poco conosciuti ma ha grandi esperienze d’intermediazione: sa quello che fa. Il suo percorso ci dice che può arrivare in un posto poi lasciare la società a ulteriori finanziatori capaci di dare continuità».
La società ha ammesso alcuni errori, citando poi la pandemia come causa dei numeri di biancio… «La pandemia ha inciso per tutte le società, ma per la Spal in primo luogo perché è venuto a meno il contributo dato dalla partecipazione della gente che qui è molto più importante rispetto ad altre piazze. Per quanto riguarda gli errori... Io ho grande ammirazione per quello che ha fatto la famiglia Colombarini, ma se devo dire qualcosa penso che in alcuni momenti ci sarebbe dovuta esser un’attenzione diversa. La crescita esponenziale e l’entusiasmo della scalata hanno fatto perdere un po’ il controllo di numeri che prima nessuno si aspettava di trattare. Ecco, forse nell’immediato bisognava capire meglio in che realtà si stava entrando (il riferimento agli anni di A; ndr)».
Zamuner avrà ancora una volta il compito di pensare al mercato in uscita... «Giorgio è un amico e una persona che stimo tantissimo. Se ha deciso di rimanere è comunque cosciente di dover affrontare le problematiche a cui andrà incontro. Non sarà possibile liberarsi di certi ingaggi rapportandosi con società più grandi senza dover rinunciare a qualcosa in termini numerici o di giocatori giovani».
Un esempio è la cessione di Bonifazi legata a quella di Seck col Bologna? «Sì. Seck se può garantire certe entrate e risolvere alcune situazioni, diventa di conseguenza assurdo trattenerlo. Anche perché il talento è immenso, la gestione nello stare in campo, invece, è un po’ così per il momento. Il ragazzo ha fatto qualche apparizione con la prima squadra senza le pressioni del pubblico che non c’era e ha collezionato numeri in Primavera contro ragazzi anche più giovani di lui».
A tal proposito. L’attuale situazione non rischia di destabilizzare il percorso del settore giovanile? «È stato fatto un lavoro grandissimo, pieno di logica e capacità. Nulla esce dal nulla o per caso. Meriti alla società che ci ha creduto e a chi il lavoro l’ha svolto. È ovvio che i riflettori poi si accendono sui protagonisti che sono stati capaci di portare e mostrare i risultati di Primavera e U17».
Capitolo Scurto? «Ha fatto molto bene. A questo punto ritengo fosse anche pronto per la B. Qualche richiesta dalla C lui ce l’ha e se anche il discorso Ludergnani dovesse esser lontano da Ferrara, non vedrei facile la sua riconferma in una Primavera che sarà per forza diversa da quella di quest’anno».
Pep Clotet? «È un buon profilo, probabilmente condiviso con chi potenzialmente ha interesse nel rilevare la Spal. A Brescia ha fatto benissimo e il suo curriculum è internazionale. Se verrà a Ferrara lo farà con una programmazione che partirà dai giovani, ma credo chiederà anche altro». —
Alessio Duatti
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Venezia e stadio Mazza
I lavori per adeguare lo stadio lagunare “Penzo” ai parametri previsti dalla serie A sono bloccati a causa di problemi di natura burocratica. La società arancioneroverde è pronta ad ampliare i posti di tribuna, ma manca ancora il via libera da parte della conferenza dei servizi. Gli enti membri che fanno parte di questo organismo sono infatti assorbiti dalle questioni di ordine pubblico in vista del summit internazionale del G20 in programma all'Arsenale di Venezia dall'8 all'11 luglio e conseguentemente il Venezia ha le mani legate. Uno stop che rischia di allungare i tempi per il completamento del Penzo. Il Venezia, che debutterà in Coppa Italia contro la Spal a Ferrara a Ferragosto, ha già chiesto alla Lega di poter disputare in trasferta le prime due giornate poi c'è lo stop del campionato e quindi esordirebbe in casa nel weekend dell'11-12 settembre al Mazza. Ma le gare a Ferrara rischiano di essere molte di più.
