Il tecnico dopo la risoluzione del contratto: «I guai di Setti hanno modificato tutto. Non c’è da proseguire un lavoro ma sarà un nuovo inizio, ci lasciamo da amici»
MANTOVA. Un progetto sostanzialmente andato in frantumi, o comunque del tutto diverso a quello prospettato lo scorso anno al momento della firma sul contratto biennale. Sono queste le motivazioni alla base del divorzio tra mister Emanuele Troise ed il Mantova, chiesto dallo stesso ex allenatore dopo aver sentito le parole della dirigenza nella conferenza stampa di lunedì 14 giugno.
«All’indomani del rompete le righe dopo l’eliminazione dai playoff - commenta Troise, che ieri ha firmato la risoluzione consensuale del contratto insieme ai collaboratori Satta e Olianas - per un po’ ho staccato la spina dopo una stagione intensa e stressante. Poi ho iniziato a confrontarmi con il direttore sportivo Battisti, il quale mi ha informato di un cambio di rotta rispetto a quello che era stato stabilito per il prossimo campionato. Questo alla luce delle situazioni venutesi a creare nella maggioranza della proprietà del club. Con il quale, sia ben chiaro, non ho nulla da dire perché sono eventi che purtroppo possono succedere».
Dopo una lunga riflessione Troise ha valutato tutti gli aspetti, positivi e negativi, decidendo di chiudere il rapporto: «Non è stata una decisione facile - spiega Troise - e ho chiesto alla dirigenza di prendermi un po’ di tempo: con la speranza che magari qualcosa di quanto esposto in conferenza stampa potesse essere rivisto. Quando ho capito come stavano effettivamente le cose mi sono detto che continuare non avrebbe avuto senso né per me ma nemmeno per la società. Tutto quello che era stato fatto lo scorso anno non aveva più logica alla luce dei nuovi programmi. Non è la prosecuzione del lavoro già impostato, bensì un nuovo inizio. Per cui credo sia meglio lasciarci da amici, nel rispetto e nella stima che restano intatti. Sperando che possa essere soltanto un arrivederci».
Il tecnico non può evitare di tornare sul torneo concluso un mese fa, facendo anche un mea culpa: «Al di là del gioco sul quale ognuno è libero di pensarla come vuole - prosegue Troise - ci tengo a precisare che ogni decisione è stata presa per il bene della squadra e dei giocatori. Partendo dall’utilizzo dei campi, per evitare infortuni e anche per sperimentare qualcosa in funzione degli avversari. Da lì sono nati equivoci, talvolta la tensione di questo anno complicato ha preso il sopravvento su di me. Mi dispiace soprattutto perché ne è uscita un’immagine distorta dell’uomo Troise, non tanto dell’allenatore. Chi mi conosce sa che non sono quella persona che a volte è emersa nelle dichiarazioni e in qualche atteggiamento».
Dopo aver sottolineato di aver fatto solo qualche parola con un paio di società di Lega Pro ma che al momento «non c’è nulla di concreto», Troise manda un saluto e un augurio al suo ex club: «Resterò sempre molto orgoglioso di avere allenato in una società tanto blasonata e aver lavorato in una piazza così importante - conclude - : ci ho pensato molto ma sono convinto che è giusto che le nostre strade si dividano adesso. Ringrazierò sempre la dirigenza per l’opportunità che mi ha concesso e i giocatori e lo staff per la grande collaborazione e l’impegno. Ci salutiamo senza rancore con la speranza, chissà, di ritrovarci un giorno. Al Mantova e ai tifosi auguro che Setti possa risolvere i suoi problemi e tornare a cavalcare quel progetto teso a riportare la squadra in alto nelle categorie che merita».