Solo 14 iscritti, cala la scure del ministero sulla sezione distaccata dello Strozzi. I genitori: «La comunicazione è arrivata solo ora, dove iscriveremo i nostri figli?»
SAN BENEDETTO PO. La classe prima all’istituto di agraria Strozzi di San Benedetto Po non partirà. Così ha deciso il provveditore. A fronte di un minimo di 18 alunni, solo in 14 hanno scelto la scuola nella frazione di Villa Garibaldi. Ai genitori dei ragazzi che avevano iscritto i loro figli già a gennaio la comunicazione è arrivata però solo pochi giorni fa, il 18, e ora le famiglie si ritrovano a cercare un altro istituto per i figli. Cosa non facile considerato che molte classi prime hanno già raggiunto il numero massimo di alunni.
A puntare i riflettori sul problema è una madre di Cerese, Lara Reggiani. «Non si può sempre tacere – dice -. Il provveditore ha deciso di non far partire la classe prima, ma ora è tardi per dirottare i ragazzi in altre scuole. Comunica ora la decisione, ma la situazione non si sapeva in marzo? Ufficialmente la chiusura delle iscrizioni è a fine mese ma se le scuole non hanno più posto non accettano altre persone. Ora qualcosa troveremo, ma i diritti di mio figlio come degli altri ragazzi che hanno scelto San Benedetto devono essere gli stessi degli altri. Mio figlio ha deciso la scuola in gennaio, ora non ha tante scelte».
Dopo la mail di venerdì 18 si è svolto un incontro lunedì. È arrivata infine alle famiglie un’altra mail in cui veniva sollecitato il cambio di scuola. «Non do colpe allo Strozzi che ci ha avvertito appena il provveditore ha deciso cosa fare. Ma la scuola non ha i mezzi per aiutarci».
La signora Reggiani ha contattato la sede di Palidano, ma «ha tre classi col limite massimo di studenti. Ma se Palidano ha tre classi colme, perché non dirottare alcuni ragazzi a San Benedetto Po e formare così una sezione? Non sono logisticamente due paesi lontani».
Un dispiacere, non poter studiare a San Benedetto: «A casa abbiamo frequentato un po' tutti questo istituto. Quella di mio figlio è stata una scelta col cuore. Se non partirà la classe prima nei prossimi anni, la scuola morirà ed è un dispiacere. Il provveditore ci ripensi».
E ha la stessa speranza anche il sindaco Roberto Lasagna che ha inviato martedì una Pec chiedendo, a nome anche dei sindaci del Sinistra-Secchia e Oltrepò Mantovano, un incontro urgente. «Al momento nessuno ha risposto, ma noi sindaci aspettiamo l’incontro – spiega Lasagna -. Il provveditore non può sopprimere la prima perché non arriviamo a 18 alunni. Durante l’anno si aggiungono sempre dei ragazzi. Non si può fare i conti poi solo con i numeri. Bisogna tenere conto anche della qualità della scuola e del fatto che da anni accompagna ragazzi in difficoltà».