Bellei di Coldiretti: «Siamo partiti dalla zootecnia, tratteremo tutto». Nel bando del Piano per l’innovazione under 40 protagonisti
MANTOVA. «Le imprese agricole guidate da giovani o nelle quali un giovane può indicare una linea di sviluppo sono quelle che più investono in competitività, innovazione, digitalizzazione. Lo vediamo anche in provincia, dove stiamo assistendo a una spinta verso le nuove tecnologie. Solo nell’ultimo bando del Programma di sviluppo rurale dedicato all’innovazione, gli investimenti sul territorio che hanno coinvolto i giovani Under 40 sono pari a 20 milioni».
A dirlo è Giovanni Bellei, delegato di Coldiretti Giovani Impresa Mantova, un gruppo di un centinaio di imprenditori sotto i 30 anni, con comitati territoriali in 13 zone della provincia. «A settembre con il segretario dei Giovani di Coldiretti Mantova, Fabio Malavasi, ripartiremo con un tour per coinvolgere nel gruppo nuove figure imprenditoriali», annuncia Bellei, che saluta la ripresa delle attività in presenza.
«In quest’ultimo periodo abbiamo organizzato incontri tematici, visite aziendali e tavoli tematici tecnici - spiega - Per questi ultimi siamo partiti dalla zootecnia e dai vantaggi dell’assistenza tecnica fornita da Aral. Nelle prossime settimane toccheremo tutti i settori».
Il negoziato sulla riforma della Pac 2023-2027 sta procedendo con più difficoltà di quanto si potesse immaginare. Darà la giusta attenzione ai giovani agricoltori?
«Se Parlamento, Commissione e Consiglio Ue dovessero raggiungere un accordo - afferma Bellei, che alleva a Borgo Virgilio 250 bovine per una produzione di latte di 12mila quintali destinati a Grana Padano - ritengo che si cerchi di favorire il ricambio generazionale nel mondo agricolo. Auspichiamo che anche il futuro Piano strategico assicuri ai giovani l’attenzione e lo spazio che meritano». Un altro punto favorevole ai giovani agricoltori della riforma della Pac sembra essere l’attenzione all’innovazione. «Credo vi siano opportunità per le imprese giovani di investire nella digitalizzazione, anche come soluzione verso una più completa sostenibilità ambientale ed economica. È positiva la spinta per ridurre le emissioni e allo stesso tempo preservare la fertilità del suolo. Un altro punto sul quale la riforma sta dedicando spazio riguarda il contrasto ai cambiamenti climatici: ritengo sia una scelta corretta, per quanto abbiamo potuto fin qui vedere».
Per implementare l’innovazione digitale quali sono le strade da percorrere? «La formazione. Ed è per questo che Coldiretti organizza numerosi corsi di formazione e noi stessi, come giovani imprenditori, spesso ci confrontiamo sulle direzioni che sta prendendo l’agricoltura e l’alimentare per soddisfare anche le esigenze dei consumatori».
I consumatori sono responsabili degli acquisti dell’alimentare. Qual è il messaggio che intende lanciare? «I consumatori sono i nostri alleati ed è per questo che ci rivolgiamo a loro. A volte penso che si debba fare ancora di più, per arginare le fake news e per bloccare iniziative fuorvianti come l’etichetta a semaforo, che così com’è studiata penalizza un’alimentazione sana come la dieta mediterranea. Su questo Coldiretti continuerà il proprio impegno a favore di una nutrizione bilanciata e corretta, che deve essere comunicata in maniera trasparente. Allo stesso tempo, il mondo agricolo dovrà comunicare meglio l’etica che sta alla base delle nostre scelte imprenditoriali, dal momento che operiamo rispettando il benessere animale, l’ambiente e il lavoro».
Ismea ha messo a disposizione tramite Banca della Terra circa 16mila ettari per i giovani agricoltori. È uno strumento utile? «Direi di sì, anche se le superfici si trovano prevalentemente al Sud e nel Centro Italia. Ma l’accesso alla terra, dati i costi elevati, rappresenta un freno per gli investimenti, che Ismea cerca di superare. Bisognerebbe però, allo stesso tempo, cercare di semplificare le procedure di accesso».