Professore all’università di Pavia, 46 anni e star dei social, viene criticato per posizioni considerate ultra-liberiste
Una lettera firmata da 150 economisti ed inviata al premier Draghi. Nel mirino la task force di economisti scelta dal premier Mario Draghi per affiancare il dipartimento di politica economica del governo italiano nell’attuazione Pnrr (piano nazionale di ripresa e resilienza). Tra gli economisti della task force criticata c’è anche il 46enne pavese Riccardo Puglisi.
Un gruppo di economisti troppo liberisti e per di più proveniente interamente dal Nord Italia. Quindi, secondo il j’accuse dei colleghi, senza particolare attenzione alla questione meridionale. Inoltre nella lettera inviata Draghi gli economisti vengono criticati anche per la poca attenzione ai temi ambientali. Puglisi è stato criticato anche per le uscite su Twitter contro l’ex premier Giuseppe Conte. Tra gli accusatori di Puglisi c’è anche il deputato vogherese Cristian Romaniello, eletto nelle fila del Movimento 5 Stelle ed ora fuori dal gruppo parlamentare. Romaniello è vicino all’ala Di Battista, quindi contro il governo Draghi..
Il prof non risponde
Puglisi, per ora, non risponde. Attivissimo su Twitter non scriverà più nulla sui social. Lo impone il ruolo. Inoltre nonostante i duri attacchi Puglisi, al momento, ha deciso di trincerarsi dietro al più classico dei “silenzi stampa”. Ma senza affidarsi ad un legale di fiducia. Puglisi è originario di Mantova, ma da anni vive a Pavia. Si è laureato in Economia a Pavia, studiando al collegio Ghislieri. Ora è titolare all’università dei corsi di economia pubblica, finanza locale e quello in inglese “economic models of politic”.
Nella task force del premier
Docente, ma anche commentatore, Puglisi è stato scelto da Draghi insieme agli economisti Carlo Cambini, Francesco Filippucci, Marco Percoco e Carlo Stagnaro per supportare gli uffici economici del governo. Nomine che scatenano polemiche. «Perché gli esperti scelti dall’esecutivo sono tutti uomini, provengono tutti dal nord della penisola e tra loro ce ne sono alcuni che hanno una visione economica estremista caratterizzata dalla fiducia incondizionata nella capacità dei mercati di risolvere autonomamente qualsiasi problema economico e sociale minimizzano la questione del Mezzogiorno e il cambiamento climatico - si legge nella lettera inviata a Draghi -. Rischiano di danneggiare l’immagine di competenza tecnica del governo e la fiducia nel suo operato. Appare paradossale che ci si prepari a gestire il più esteso piano di investimenti pubblici degli ultimi decenni con una squadra di consulenti che in alcuni casi non paiono possedere i previsti requisiti di comprovata specializzazione e professionalità, con riferimento ai temi su cui saranno chiamati a lavorare».
La lettera dei 150 economisti tra cui tra cui Nicola Acocella de La Sapienza di Roma, Sergio Cesaratto dell'università di Siena e Giovanni Dosi della Sant'Anna di Pisa contro Puglisi e gli altri accademici scelti da Draghi provoca anche le prime reazioni all’interno della stessa maggioranza. «Il cambio di passo sul Pnrr avvenuto con il governo di Mario Draghi è innegabile, in particolare per le risorse destinate al Mezzogiorno d’Italia- dice la senatrice di Forza Italia, Urania Papatheu -. La debolezza della strategia dell’esecutivo giallorosso era sotto gli occhi di tutti . Bene, quindi, l’operato di Draghi, anche se suscita più di qualche perplessità la nomina di Carlo Cambini, Francesco Filippucci, Marco Percoco, Riccardo Puglisi e Carlo Stagnaro, come spiegato nella lettera di 150 economisti al premier».