Ma le lettere di diffida sarebbero partitre solo ieri mattina
Firenze. Sono state inviate ieri, dalle tre Asl toscane, le prime lettere indirizzate al personale sanitario che ancora non si è vaccinato. Ma gli invii – tramite raccomandata o pec – proseguiranno anche nei prossimi giorni. Fino a quando non saranno raggiunti tutti quanti i circa 16mila lavoratori sia di strutture pubbliche sia private.
E – spiega l’Asl Toscana centro dopo la segnalazione del Tirreno sulla chiusura del portale della Regione (prenotavaccino. sanita. toscana. it) – per il personale sanitario, sarà la stessa Asl a comunicare il numero di professionisti che vogliono vaccinarsi, grazie a una quota di dosi riservata a loro.
LE PRIME LETTERE
Dopo annunci, ritardi e rinvii, sono finalmente partite le prime comunicazioni per chiedere spiegazioni ai lavoratori della sanità che hanno detto no al vaccino anti-Covid. Il decreto legge 44 del 2021, infatti, impone a chi lavora a contatto con i pazienti l’obbligo della vaccinazione. Nessun problema se dimostreranno di avere un valido motivo (ad esempio di salute) per non ricevere il vaccino. Ma, in ogni caso, avranno cinque giorni di tempo per fornire all’Asl le ragioni della scelta. A quel punto, se la decisione non sarà supportata da ragioni serie (appunto motivi di salute incompatibili con il vaccino), l’Asl, il datore di lavoro o l’Ordine professionale di appartenenza saranno chiamati ad applicare la legge: demansionamento per quei lavoratori che abbiano la possibilità di lavorare, ad esempio, in smart working. Per tutti gli altri, sospensione dal lavoro fino al 31 dicembre (per ora). Senza stipendio.
I NUMERI
In Toscana, sono circa 16mila i lavoratori della sanità che non si sono vaccinati (e neppure hanno prenotato un appuntamento per rimediare). Di questi, 2.200 sono dipendenti pubblici delle Asl: 900 appartengono all’Asl Toscana nord ovest (Livorno, Pisa, Lucca, Massa, Carrara), 481 all’Asl Toscana sud est (Grosseto, Siena, Arezzo) e 819 all’Asl Toscana centro (Firenze, Prato, Pistoia, Empoli).
LA QUESTIONE PORTALE
Ma se è vero che i professionisti della sanità hanno la possibilità di sanare la loro situazione prenotando una dose di vaccino, è anche vero che, al momento, il portale della Regione è chiuso. Fa eccezione solo la fascia d’età compresa tra i 60 e i 79 anni (per la disponibilità di dosi Johnson&Johnson). Ma per tutte le altre categorie – professioni sanitarie comprese – fissare un appuntamento non si può. L’assessore regionale alla Sanità, Simone Bezzini, spiega che, causa carenza dosi, quelle disponibili sono già prenotate (o per i primi appuntamenti di luglio o per i richiami). E che la Regione è dovuta correre ai ripari accantonandole, chiudendo dunque il portale.
L'ASL TOSCANA CENTRO
Il dottor Renzo Berti, alla guida del dipartimento di Prevenzione dell’Asl Toscana centro, assicura che il confronto con la Regione c’è stato. E chi vorrà vaccinarsi il siero lo riceverà. «Nonostante la chiusura del portale. C’è una legge e il nostro compito è quello di applicarla. Aspetteremo i cinque giorni previsti dal decreto. Poi, in base alla documentazione, procederemo. O archiviando o applicando la sanzione». —
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