Aveva colpito con un pugno un agente e scagliato la bici contro un altro «Non voglio un avvocato» ma poi ci ripensa. Disposto l’obbligo di firma
MODENA È comparso ieri davanti al giudice per la direttissima il no mask arrestato giovedì dalla polizia Locale per le intemperanze di cui si è reso protagonista due volte in pochi minuti.
Nel primo episodio, alle 18.15, è entrato in municipio con un altro no mask (estraneo ai fatti) e ha tentato di entrare in Consiglio, ma è stato bloccato dagli agenti. Qui la prima sfuriata già passibile di denuncia: sia per le offese, sia perché nella sua foga ha strattonato un agente. Il secondo poco dopo, quando è ritornato in Piazza Grande e ha cominciato a prendere a male parole gli agenti davanti alla scala del municipio fino all’atto di violenza vero e proprio: dopo aver lanciato altre offese, ha scagliato la sua bici contro un altro agente tirandogli anche un pugno in faccia. Inevitabile l’arresto (insieme alla Digos) in flagranza di reato per resistenza, violenza e lesioni a pubblico ufficiale. Al primo agente aggredito sono stati refertati 7 giorni di prognosi, al secondo colpito in piazza, 5. In tasca al 72enne è stato trovato un coltellino: da qui anche una denuncia per porto abusivo di oggetti atti ad offendere.
Dopo una notte passata al fresco al comando di via Galilei, il 72enne in Tribunale è sembrato più quieto, ma sempre fermo nelle sue convinzioni. Scortato dagli agenti, ha sempre rifiutato di indossare la mascherina: nei corridoi, in cella e in aula. Il giudice gli ha rivolto più richiami al rispetto delle normative, ma lui ha continuato ad opporsi rivendicando il suo “credo” no mask. A quel punto il giudice aveva due strade. Poteva fargli proseguire l’udienza in remoto tramite videoconferenza e denunciarlo per atti contro il magistrato in udienza: questo avrebbe significato per il 72enne l’avvio di un secondo processo. Oppure poteva prendere atto del caso sui generis mantenendo il biasimo ma continuando l’udienza. Ha scelto per questa seconda opzione, probabilmente anche per evitare che il no mask venisse indicato dal gruppo come un martire della giustizia.
Il suo avvocato d’ufficio, Thomas Gianello del foro di Modena, ha chiesto e ottenuto termini a difesa: il processo è stato aggiornato al 10 settembre. Il giudice, dopo aver convalidato l’arresto, ha rimesso in libertà l’uomo ma con un richiamo pesante. Lo ha sottoposto all’obbligo di firma: dovrà presentarsi due volte alla settimana in Questura alla polizia giudiziaria. Come per i casi socialmente pericolosi: una bella macchia per una persona prima quasi immacolata. A suo carico infatti solo un precedente, risalente ad anni fa, di una condanna a due mesi per resistenza a pubblico ufficiale, ma con pena sospesa.
Complicato anche il rapporto con il suo avvocato. L’inizio non è stato buono. Quando si è presentato come suo difensore ha risposto: «Non lo voglio». E quando gli ha chiesto se poteva raccontargli la sua versione dei fatti per favorire la difesa se n’è uscito con un granitico e spiazzante: «No». Un harakiri giudiziario insomma. Poi però durante l’udienza ci ha ripensato e al termine l’ha confermato come suo legale, dichiarandosi pronto a collaborare. —
D.M.
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