Mattia Vernelli
Castelnuovo. Continua l’invasione artistica urbana tra le vie castelnovesi. Questa volta arriva a Montale, dove grazie all’associazione Rosso Tiepido un muro è diventato tela per un pittore pesarese.
«Abbiamo scelto un’impostazione artistica che si distaccasse anche dagli altri stili murari presenti in paese». Afferma Tiziano Del Vacchio, presidente dell’associazione, conosciuta per “La cattedrale Immaginata” realizzata nel 2018 a Modena. «A Montale – continua – abbiamo voluto essere coerenti con quanto realizzato negli anni passati: pochi murales ma di qualità, importando la vera arte del pittore. Questa è stata le priorità dalla quale ci siamo mossi. Le nostre opere sono più simili al quadro presente in un salotto di casa che a graffiti. Non sarà facile fare apprezzare il progetto alla comunità, anzi, una vera sfida».
Si chiama Ermes Bichi l’artista voluto da Tiziano per la quarta edizione del progetto “Immaginaria”, all’opera in questi giorni sui muri di Montale. Trentottenne pesarese, inizia con i graffiti a 13 anni, per poi frequentare l’Accademia Belle Arti a Bologna. «Il mio lavoro ha come aspetto centrale il paesaggio e le forme che ne derivano dalla natura. Da questa riflessione parte la ricerca di immagini e forme che vanno a comporre questi paesaggi rivisitati e onirici. I dipinti fatti a Montale – spiega l’artista – poggiano sullo studio del riflesso dell’acqua. Un lavoro che non avevo mai fatto prima. Riflesso, come detto, nelle sue implicazioni pittoriche e filosofiche: la ripetizione del segno, la gestualità pittorica che ne deriva, la dualità tra cielo e terra, l’incontro tra divino e terreno. Il tentativo di Tiziano – continua Bichi – è ambizioso: non si limita a portare qualcosa che sia solamente decorativo e che rimandi al graffito, ma delle vere e proprie espressioni artistiche». Anche la collocazioni dei dipinti non è occasionale, ma frutto dell’idea di arte del presidente Del Vacchio. «La nostra ricerca artistica – continua Tiziano – vuole capillare profondamente nel paese. Non abbiamo scelto luoghi centrali o eccessivamente frequentati, perché abbiamo dato più importanza alla qualità della pittura a discapito della centralità dei luoghi». —
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