E’ arrivato il pronunciamento della Consulta dopo il ricorso del Governo contro il progetto della Regione Veneto e dell’Università di Padova. Ecco il testo integrale della sentenza
PADOVA. Una doccia fredda, che rischia di complicare le cose. Il progetto del presidente Zaia e dell’Università di Padova di una facoltà medica a Treviso rischia di incagliarsi in una sentenza della Corte Costituzionale che, in poche pagine, argomenta la sua posizione: niente scuola di medicina con i soldi della sanità.
Di fatto la Consulta non entra nel merito dell’opportunità o meno di una facoltà trevigiana quale “figlia” della blasonata scuola patavina, ma ne fa una questione prettamente economica.
La conclusione è questa: la Corte costituzionale “dichiara l’illegittimità costituzionale dell’art. 1, comma 1, della legge della Regione Veneto 14 aprile 2020, n. 10 (Attivazione da parte dell’Università degli studi di Padova del corso di laurea in medicina e chirurgia presso l’Azienda ULSS n. 2 Marca Trevigiana. Disposizioni in materia di finanziamento da parte della Regione del Veneto e ulteriori disposizioni), limitatamente alle parole «con assunzione da parte della Regione degli oneri relativi alla chiamata dei docenti di ruolo nonché dei docenti a contratto ai sensi dell’articolo 18 della legge 30 dicembre 2010, n. 240 “Norme in materia di organizzazione delle università, di personale accademico e reclutamento, nonché delega al Governo per incentivare la qualità e l’efficienza del sistema universitario»”.
Qui il testo integrale della pronuncia della Corte Costituzionale
In poche parole sanità e formazione hanno due capitoli di spesa differenti. E con il tesoretto destinato alle cure non si possono finanziare docenti a contratto, reclutare personale accademico. Parola di Corte Costituzionale.
Ed ecco che torna alla memoria un altro caso, l’attuale contenzioso tra Università di Padova e azienda ospedaliera per gli stipendi dei primari. Sul piatto ci sono 5 milioni di euro che il Bo vuole indietro da via Giustiniani.
Il presidente Zaia era certo di aver aggirato l’ostacolo quando ha dato impulso alla realizzazione della facoltà di Medicina a Treviso (la Regione ci avrebbe messo 50 milioni di euro) in accordo con il Bo.
Tanto che l’anno prossimo il corso partirà. E’ già stato aperto, pur sub iudice. Perché? Il Miur aveva detto sì, bandendo già 60 posti per l’anno accademico 2021/2022. Zaia e tutta Treviso speravano in un ok della Consulta, ora è arrivato lo stop.
E adesso? Da tempo l’Università di Padova ha un piano B: «Si troveranno altre forme di finanziamento» aveva detto il presidente della Scuola di Medicina, Stefano Merigliano quando si aprì il ricorso. Che non aveva risparmiato una stilettata: «Certo è difficile capire come si possano spendere soldi per curare le persone, ma non per formare chi le cura». Di quanti soldi si parla? Circa 50 milioni di euro (quelli finanziati dalla Regione Veneto che, alla luce della sentenza della Corte, non potranno essere utilizzati): la spesa è stata calcolata in 7 milioni per garantire la copertura di 18 docenti, le attrezzature e le aule, a cui si dovranno aggiungere tre milioni all’anno per i prossimi 15 anni.
Ora la palla passa nelle mani dell’Università di Padova che dovrà trovare 50 milioni per garantire l’avvio del corso di laurea