PAVIA. «I cinghiali? Mai visti prima qui in Borgo. E comunque sono attirati dalla spazzatura». Ne sono convinti alcuni esperti e residenti in merito a quanto accaduto venerdì notte davanti all'ufficio postale di via dei Mille in Borgo, a pochi passi dal ponte coperto. Un residente affacciatosi alla finestra aveva filmato il passaggio di una mamma col proprio piccolo alla ricerca di cibo, mentre stava rovistando vicino ad un sacchetto dell'immondizia. Il segnale è chiaro visto che il problema dei rifiuti, sotto altra veste, è al centro di polemiche da tempo in città.
La prima volta in borgo
Ora ci si sono messi pure i cinghiali e le scene che fino a pochi giorni fa erano quotidianità a Roma o Genova, sono avvenute pure a Pavia facendo il giro dei social con migliaia di visualizzazioni. Nonostante la zona degli avvistamenti sia in mezzo ai caseggiati, va ricordato che a poca distanza esistono le grandi aree verdi dell’argine e del Canarazzo, territori dove gli ungulati vivono da tempo insieme a volpi, caprioli e martore.
È un fattore da tenere in considerazione, commenta Alberto Meriggi, docente di Etologia al corso triennale di Scienze Naturali e Gestione della fauna al corso magistrale dell’Università di Pavia: «Che i cinghiali rovistino è abbastanza normale, anche se in pieno centro abitato a Pavia probabilmente non è mai successo. Lì vicino ci sono diverse zone naturali del Parco del Ticino dove viene effettuato il controllo numerico dei cinghiali tramite gli abbattimenti».
Nessun pericolo
«Questi animali non sono pericolosi se non vengono disturbati – dice –. Di cibo ne hanno in abbondanza nelle aree dove vivono, ma ovviamente i rifiuti attirano molto e qualche abbandono al limite della città rappresenta un buon viatico per andare oltre».
Chi abita in Borgo da tempo come Pier Vittorio Chierico racconta che si tratta di una novità: «Così vicini alle case non li ho mai visti. L’umido però deve essere esposto nei contenitori come si faceva prima. In ogni caso il problema c’è, dato che gli agricoltori della zona stanno iniziando ad elettrificare i propri orti».
Alessio Molteni
