SAGRADO Le acque gelide dell’Isonzo hanno restituito all’improvviso il corpo di un uomo. È giallo, a Poggio Terza Armata, sul ritrovamento di un cadavere riaffiorato ieri mattina in un canale di risacca. L’identità del corpo non è stata ancora resa nota dalla Procura di Gorizia – che sull’accaduto ha disposto un ermetico silenzio – né dalle forze dell’ordine. Ma con il passare delle ore, a quanto si apprende, ha preso corpo un’ipotesi investigativa piuttosto concreta: gli inquirenti non escludono, infatti, che la salma possa appartenere al malvivente che esattamente un mese prima, nella vicina Savogna, era riuscito a sfuggire all’arresto dopo un rocambolesco inseguimento da parte dei carabinieri. A fine marzo due uomini erano stati individuati da una pattuglia dell’Arma come gli autori di diversi furti con spaccata fra l’Isontino, in testa quello al supermercato caprivese Eurospin, e l’hinterland udinese dove la “banda” aveva assaltato alcuni distributori di carburante. Dopo fasi molto concitate, uno di loro – un 25enne di nazionalità rumena – era stato raggiunto e arrestato, mentre il secondo era letteralmente sparito nell’oscurità. Non è chiaro, perlomeno non in questa fase, se il sospetto rapinatore fosse fatalmente caduto in acqua nel disperato tentativo di fuggire o avesse avuto l’ardire di gettarsi nel fiume pur di fare perdere le proprie tracce. Fatto sta che quell’uomo, vivo o morto, era letteralmente svanito nel nulla. Sino a ieri mattina.
A notare qualcosa di anomalo, prima delle 10, sono stati alcuni operai che stanno eseguendo interventi stradali nelle vicinanze del fiume, provenendo da Savogna – dunque – sul lato destro della Provinciale 8, alle porte della frazione sagradina di Sdraussina. Immediatamente è stato dato l’allarme e sono scattate le operazioni di recupero: sul posto sono giunti i Vigili del Fuoco di Gorizia con diversi mezzi e uomini fra cui il gruppo di soccorso nautico, i Carabinieri del Comando provinciale e della Compagnia di Gradisca e un’auto medica della Croce Verde Goriziana. Il corpo, descritto come quello di un uomo «decisamente robusto», è stato recuperato piuttosto velocemente. A farlo riaffiorare dai fondali che lo avrebbero celato alla vista per un mese è stata la potenza dell’acqua, il cui livello nel canale di risacca è particolarmente cresciuto: una forza tale da strappare buona parte dei vestiti da un corpo che appariva piuttosto integro, a dispetto della presunta lunga permanenza nelle gelide acque del canale. Una volta recuperato il corpo a bordo di un gommone partito dalla sponda sinistra dell’Isonzo, gli inquirenti si sono quindi trasferiti sulla sponda destra, per poter contare su uno spazio meno angusto su cui condurre i rilievi di rito e avviare le procedure di riconoscimento della salma.
Le forze dell’ordine e i vigili del fuoco si sono dunque spostati nei pressi della diga di Farra d’Isonzo, cui si può approdare sia dalla Mainizza che dalla località gradiscana del Salet. Lì hanno operato anche i colleghi della Scientifica nelle loro tute bianche. A poche decine di metri di distanza, ignari di quanto stava accadendo, gruppi di passeggiatori percorrevano gli argini in gran fretta per evitare la pioggia incombente mentre i rilievi si svolgevano in un lungo ed irreale silenzio. Un silenzio che presto potrebbe rompersi e rivelare se i sospetti siano fondati e quel corpo senza nome appartenga effettivamente al fuggitivo che sull’Isonzo ha incrociato il proprio destino. —
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