Добавить новость

Назвали лучшие регионы для офлайн-торговли в России: в лидерах — Санкт-Петербург и Самара

Кристина Асмус и Матвей Лыков приступили к съемкам в сериале «Склиф». Первые фото!

Лихорадка Западного Нила скоро обрушится на Москву

«Я боюсь признаться». Почему русские женщины в Средней Азии идут в гаремы?

World News in Italian


Новости сегодня

Новости от TheMoneytizer

Chernobyl, l’incubo nucleare che fece tremare l’Europa

Chernobyl, l’incubo nucleare che fece tremare l’Europa

Il racconto di quei giorni dopo il disastro dell’allora inviato del “Tirreno” in Unione sovietica

L’incidente nucleare di Chernobyl avvenne la notte del 26 aprile 1986. Alla base del disastro parrebbero esservi errori di procedura nel corso di un test di sicurezza sul reattore nucleare numero 4 della centrale, condotto allo scopo di simulare un black out elettrico. Il reattore entrò in una situazione di instabilità e quando l’allarme rese necessario l’immediato spegnimento del reattore, si innescò una reazione a catena che ne provocò l’esplosione. Una nuvola di materiale radioattivo fuoriuscì dal reattore e ricadde su vaste aree intorno alla centrale,   contaminandole pesantemente. L’incidente, secondo le stime successive, causò 65 morti accertati e un numero di decessi causati da tumori che a oggi resta ancora imprecisato. L’allarme per la radioattività si estese rapidamente in tutta Europa, mentre le autorità dell’allora Unione sovietica tendevano a minimizzare l’accaduto. In questa pagina Maurizio Silvestri, all’epoca inviato per “Il Tirreno” sui luoghi del disastro, ricorda quei giorni in cui ancora poco si sapeva di quanto fosse accaduto e i timori che pervadevano il mondo.

***

Mi ricordo il vuoto, il silenzio di una città senza bambini. Le strade annaffiate con gli idranti ogni due ore. E l’omertà di chi nega quello che è successo. Che sta succedendo. E quella desolazione, il gelo dentro, malgrado il vicino inizio dell’estate; ricordo quella sbarra che blocca l’accesso alla città fantasma illuminata solo dai bagliori del reattore in fiamme. A Chernobyl sono andato poco dopo un mese dall’esplosione alla centrale nucleare. «Puoi rifiutarti – mi dice l’allora caporedattore del Tirreno, il caro, compianto Nino Sofia – Sai di cosa si tratta ma nessuno di noi sa quali potrebbero essere le conseguenze». Accetto subito.

PERCHÉ ANDARE

Perché è una esperienza professionale unica, perché sono troppo curioso di sapere. Perché... «Perché se siamo qui vuol dire che andiamo alla ricerca di qualcosa – mi dirà a Kiev un maturo inviato del Mattino – Attraverso il nostro mestiere forse cerchiamo solo noi stessi».

La prima ondata di giornalisti è andata nell’immediatezza dell’incidente accaduto nella notte del 26 aprile e ora tocca a noi muoversi per capire cosa stia davvero succedendo. In Italia le prime notizie sono arrivate in maniera confusa e spesso distorta, e la paura, per alcuni il panico, è ora quando si è capito o si crede di capire che nell’aria vaga una grande nube che potrebbe ucciderci tutti. Quando? Nessuno si sbilancia e gli esperti come accade del resto anche ai nostri giorni, si sbizzarriscono in mille teorie. Occorre andare dove tutto è cominciato e vedere come l’Unione sovietica affronta questo drammatico momento. E magari prendere esempio. Dunque obiettivo Chernobyl o meglio l’area tra Chernobyl e Prypjat, quasi al confine con la Bielorussia: la centrale è lì. Ascoltando quanti più protagonisti possibili della vicenda, i rappresentanti dello Stato.

Chernobyl, i luoghi dell'abbandono: cosa resta 33 anni dopo il disastrofoto da Quotidiani localiQuotidiani locali

SORVEGLIATO SPECIALE

Partiamo da Roma, un gruppo di inviati che stavolta non è esagerato chiamare speciali (e pure un po’ incoscienti). Con noi ci sono una guida turistica sovietica e un fantomatico signore che si dice collega di una agenzia di stampa russa. Non si parla sull’aereo e io per rompere il ghiaccio dopo aver preso una copia della Pravda dalla hostess, fingo di leggere e commentare il cirillico che, ovviamente, non conosco. Mi si mette accanto il collega dell’agenzia e, prima in russo poi in italiano mi chiede dove ho imparato la sua lingua. Capisco che non è il momento di scherzare e confesso che in realtà sto solo guardando le foto. E comunque, che se sapessi il russo, alla fine sarebbero fatti miei. Risposta sbagliata: per tutto il viaggio sarò un “sorvegliato speciale”. Che, come tale, viene perquisito con grande scrupolo alla frontiera, sia all’ingresso sia all’uscita dal Paese. Non che agli altri sia andata poi meglio: gli operatori Rai devono dimostrare di non avere video porno, a un altro collega viene sequestrato l’Espresso perché in prima pagina c’è una donna seminuda. Peggio è per una comitiva di soli uomini. I doganieri trovano le valige piene di jeans, scarpe con tacchi a spillo e vestiti da donna firmati: sequestrano tutto e mandano a monte i sogni erotici del gruppo che non ha più merce da offrire alle ragazze.

UNA CITTÀ SENZA BIMBI

Dopo la lunga sosta alla frontiera veniamo accompagnati a Kiev, a più di cento chilometri dalla centrale esplosa. Grandi viali, tanto spazio: una città bellissima che ricorda antiche tradizioni. Ma gelida: in giro poca gente frettolosa, poche auto. I camion cisterna che ogni due ore annaffiano le strade per bloccare la radioattività e che non vanno per il sottile: se non ti sposti velocemente ti fai un bel bagno. Eppoi nessun rumore. Manca, manca… ma certo: non ci sono i bambini. Sappiamo poi che li hanno mandati tutti sul mar Nero “per precauzione”. E senza bimbi tutto è triste, grigio.

Chernobyl: un "sarcofago" di cemento e acciaio sulla centrale, il timelapse foto da Quotidiani localiQuotidiani locali

NESSUN PROBLEMA

Nel grande albergo che ci ospita vengono servite verdure in abbondanza e tutte le pietanze che, in questo momento, in molti paesi dell’Occidente si sconsiglia di mangiare per evitare problemi. La guida e il mio “amico” dell’agenzia di stampa rassicurano: nessun problema, nessun problema. E si fanno in quattro per mostrarci la città, le sue bellezze. Ci raccontano storie e aneddoti come quello che spiega i tanti ippocastani presenti. «Ne furono piantati tremila in una notte – raccontano – Un uomo di corte aveva detto al governatore di Kiev che quel tipo di alberi era amato dallo zar che stava per venire in visita alla città. In realtà lo zar l’ippocastano lo odiava e prendendo la cosa come un affronto fece subito tagliare la testa al povero governatore».

Tra ottimi pranzi ed escursioni pare che questo pericoloso viaggio si voglia trasformarlo in una gita di piacere, utile a dimostrare che tutto è normale. «Noi non siamo in vacanza – protesta l’inviato del Corriere della Sera –. Vogliamo parlare di quanto è successo, di questo immane disastro nucleare che riguarda tutto il mondo». I nostri interlocutori, la guida e alcuni funzionari di Stato che ci stanno accompagnando, paiono meravigliati. Vogliono invece parlare i tanti studenti che incontriamo per le strade e che ci avvicinano con circospezione: «Abbiamo saputo che è scoppiato il reattore dalle tv satellitari della Finlandia. Ma i nostri giornali prima non hanno detto niente e ora alla notizia danno poca importanza. Voi cosa potete dirci? Siamo in pericolo?». Noi? Vorremmo saperlo da voi... E così andiamo in giro a parlare con gli abitanti di Kiev, sempre seguiti, seppure con discrezione, dalla guida e dal nostro “tutore”.

DOLLARI E UN TAXI

Una sera che non dimenticherò riesco a sganciarmi da tutti. E vado a vedere da vicino la centrale di Chernobyl dove vicino significa a qualche chilometro di distanza ma assolutamente off limit. Mi ci porta in segreto un impiegato dell’albergo che, grazie al figlio di un italiano che vive a Kiev, siamo riusciti a agganciare e... corrompere. La corruzione qui va molto di moda. Così come il contrabbando di valuta, tre rubli per un dollaro, anche la corruzione è, diciamo, tollerata. Quasi tutto viene “ricaricato”, persino i compensi alle belle ragazze che adescano i turisti fuori degli alberghi: su cinquanta dollari che prende, la donna ne deve 10 al poliziotto che controlla la zona, 10 al portiere dell’albergo, 5 al responsabile del piano... Il nostro complice ci racconta, forse per alzare il prezzo, che se fai qualcosa di grave e ti scoprono non si scherza: «Pochi mesi fa a Mosca è andata male al titolare di una grande macelleria che rubava la carne e la vendeva al mercato nero». L’hanno arrestato? «No, è stato fucilato».

Spettrale Chernobyl sotto la neve: riprese dal drone 30 anni dopofoto da Quotidiani localiQuotidiani locali

BAGLIORI NELLA NOTTE

Andiamo con un taxi a tariffa supermaggiorata. Né Luna né stelle in cielo. Non parliamo. La macchina corre veloce costeggiando a tratti il Dnepr. Dopo un’ora mezzo cominciano ad apparire barlumi di luce da una massiccia forma che si staglia su altre costruzioni. Siamo prossimi alla centrale. Eccoci allo sbarramento, il posto di blocco, soldati: l’avamposto dell’ingresso alla zona più pericolosa. A poca distanza le luci di centinaia di fotoelettriche guidano il lavoro di una miriade di tecnici protetti da tute. Illuminano mezzi speciali di soccorso e sagome di abitazioni abbandonate. Da tutta l’area sono state evacuate più di 300mila persone, Prypjat è da allora una città fantasma mentre a Chernobyl ci sono appena mille abitanti. Impossibile scattare foto se non con la mente che ricorderà sempre quelle immagini spettrali. Di morte ma che evocano l’idea di una potenza immane. Intanto il nostro impiegato contratta con i soldati. Non si può andare oltre. E del resto sarebbe troppo pericoloso. In quel momento penso a mia figlia che tra pochi mesi deve nascere. E se la mia presenza qui le creasse dei problemi? Potrei giustificarmi dicendogli che tutto è dovuto alla mia voglia di sapere, alla “ricerca di me stesso”? Poi i pensieri svaniscono e tornano la realtà, il presente di questa notte infernale, una delle tante da quel 26 aprile e di quelle che seguiranno nel tempo. Cerco di scambiare qualche parola con uno dei soldati. Ma la consegna è rigida. Intanto un po’ di dollari del tassista sono finiti nelle tasche del capoposto che avrà fatto finta di non vederci a patto di andarsene subito.

IL VICE MINISTRO

Si riparte, nel buio, per rientrare alla base. Al mattino dopo la notte insonne (e come potevo addormentarmi dopo quelle scene) ci dicono che al ministero dell’Energia sono pronti a incontrarci. Da Kiev ci trasferiamo a Mosca: cambiare aria mi fa bene. Ci riceve il vice ministro dopo un’ora buona di anticamera. Gentilissimo, un grande sorriso: «Buongiorno signori – traduce l’interprete – A cosa debbo la vostra visita? In cosa posso esservi utile?». La pazienza scappa a tutti: «Traduca al viceministro che siamo stanchi di essere presi in giro. Ma glielo dica nel modo più duro possibile. Vogliamo sapere di Chernobyl. Che cosa sta succedendo adesso». L’uomo di governo pare meravigliato, si consulta con il segretario, finge di cascare dalle nuvole. «Sì, è vero, c’è stato un incidente alla centrale. Ma è tutto sotto controllo. Ancora ne parlate? Non c’è da preoccuparsi». Poniamo delle domande, sulle vittime, i soccorsi, i danni. Il vice ministro continua a eludere e rassicurare: «Abbiamo avvertito la popolazione, preso provvedimenti. Ripeto, tutto sotto controllo. Cosa succede nel resto del mondo non sappiamo. Ma la cosa è limitata a noi».

VOCI PER LA STRADA

Fuori del ministero ci sono gli operatori della tv di Stato. «Cosa dicono i giornalisti italiani della situazione nel nostro Paese? E di Gorbaciov che cosa ne pensa l’Occidente?». Il momento è molto particolare. Siamo a un pugno di anni dal crollo del muro di Berlino. Qui tanti sono stanchi di silenzi e di un sistema che non regge più: «Si investe molto sugli armamenti e non abbiamo niente delle cose belle dell’Occidente. Soprattutto non abbiamo la libertà». Lo dicono gli studenti che vorrebbero esprimere le loro idee, conoscere, viaggiare, anche poter comprare quello che vogliono senza alcun vincolo: i mercati internazionali di Mosca ai russi sono vietati. «Abbiamo materie prime eccezionali ma ci obbligano a vestirci come i nostri nonni». Al coro delle lamentele si unisce Caterina, una delle tante belle ragazze che adescano i turisti fuori degli alberghi: «Non ascoltatele, queste sono solo avventuriere», tuona indignato l’inviato della Stampa di Torino. Caterina veste Valentino e parla benissimo l’italiano, lingua importantissima nel suo lavoro visto il turismo sessuale praticato dai nostri concittadini che non temono Chernobyl.

IL POMPIERE YURI

Dopo il deludente incontro al ministero continuiamo a operare da soli. Ho notizia di un ospedale dove sono ricoverati alcuni pompieri intervenuti alla centrale dopo l’esplosione. Yuri è uno di loro e acconsente a parlare: «Tanto ormai ho poco da perdere – racconta, il volto pallido, magrissimo, la testa rasata – Facevo parte della seconda ondata di squadre intervenute per spegnere l’incendio del reattore. Ho certo preso una dose di radiazioni inferiore a quelle dei miei colleghi. Nessuno ci aveva detto a cosa stavamo andando incontro anche perché era il caos totale. I nostri compagni – continua – quelli arrivati per primi, avevano comunicato di aver bisogno di aiuto ma sarebbero comunque rimasti ancora lì. Avevano capito che le radiazioni prese ormai li avrebbero uccisi e dunque tanto valeva continuare ad operare». Yuri sta male. Racconta di aver visto l’inferno. Piange per sé e per i compagni morti. Teme anche di non aver fatto abbastanza. «Ma di più non potevamo, abbiamo dato tutto». Qualche anno dopo sono stati premiati i vigili del fuoco che, in tutto il mondo, si sono sacrificati per il bene degli altri. Ma nessuno ha parlato di Yuri e dei suoi colleghi. Nessuno vuole ricordarli, soprattutto sul momento, perché sono la testimonianza di un incidente molto scomodo che mina la credibilità dell’Unione sovietica.

RADIOATTIVITÀ

Così, a parte il meticoloso controllo all’uscita dal Paese per vedere soprattutto se portiamo via rubli, con noi non usano precauzioni o strumenti per verificare il livello di radioattività che possiamo aver assorbito. Ma neanche a Roma verificano le nostre condizioni di salute e l’eventuale nostra pericolosità: ogni procedura è stata abolita poco dopo il disastro. Eppure nelle basi americane in Italia si continuano e si è continuato a lungo a dare rigide direttive sul comportamento da seguire: tenere chiuse le finestre, evitare di stare molto all’aria aperta, lavare frequentemente tende, soprammobili e oggetti sui quali si può depositare la polvere radioattiva. Le autorità italiane consigliano solo di non mangiare insalata e verdure provenienti dall’Ucraina.

35 ANNI DOPO

Viene da chiedersi perché quella volta si vollero evitare allarmismi mentre in altre occasioni, vedi il Covid, il comportamento dei media è stato ben diverso. Comunque siamo sopravvissuti. Anche mangiando la pasta fatta col grano ucraino (congelato all’epoca) che abbiamo trovato in questi anni sui banchi di qualche discount. Personalmente l’ho scampata anche in Giappone: ero proprio là nei giorni di Fukushima. Ah, mia figlia è poi nata felicemente, nell’anno di Chernobyl. —

© RIPRODUZIONE RISERVATA
 

Читайте на 123ru.net


Новости 24/7 DirectAdvert - доход для вашего сайта



Частные объявления в Вашем городе, в Вашем регионе и в России



Smi24.net — ежеминутные новости с ежедневным архивом. Только у нас — все главные новости дня без политической цензуры. "123 Новости" — абсолютно все точки зрения, трезвая аналитика, цивилизованные споры и обсуждения без взаимных обвинений и оскорблений. Помните, что не у всех точка зрения совпадает с Вашей. Уважайте мнение других, даже если Вы отстаиваете свой взгляд и свою позицию. Smi24.net — облегчённая версия старейшего обозревателя новостей 123ru.net. Мы не навязываем Вам своё видение, мы даём Вам срез событий дня без цензуры и без купюр. Новости, какие они есть —онлайн с поминутным архивом по всем городам и регионам России, Украины, Белоруссии и Абхазии. Smi24.net — живые новости в живом эфире! Быстрый поиск от Smi24.net — это не только возможность первым узнать, но и преимущество сообщить срочные новости мгновенно на любом языке мира и быть услышанным тут же. В любую минуту Вы можете добавить свою новость - здесь.




Новости от наших партнёров в Вашем городе

Ria.city

В Москве детеныш нутрии случайно сломал себе пальцы, играя с зеркалом

Российские врачи извлекли из носа мужчины живую муху

Сборная Россия завоевала 4 награды и заняла второе место на Международной олимпиаде по лингвистике

Появилось видео со стрелявшим по Трампу снайпером прямо перед покушением

Музыкальные новости

Sheba: "Я единственный, кто делает крутую качественную электронную музыку"

Футболисты воронежского «Факела» крупно проиграли «Зениту» в Санкт-Петербурге

Михаил Мишустин посетил Дальневосточный государственный университет путей сообщения

Горожане выберут лучшие фотографии конкурса «Планета Москва»

Новости России

В Подмосковье 17-летней девушке удалили гигантскую семикилограммовую опухоль

«Я боюсь признаться». Почему русские женщины в Средней Азии идут в гаремы?

Закладные расходы: Минфин планирует ужесточить контроль за ломбардами

Рыжий ус. Биолог объяснил, как американский таракан расплодился в Москве

Экология в России и мире

Уроки анимации в Екатеринбурге

Elie Saab haute couture осень-зима 2024

Эти яркие и стильные вещи украсят ваше лето

Жители Уфы помогут сделать родной город чище

Спорт в России и мире

Медведев обыграл австрийца Офнера и вышел в третий круг Олимпиады-2024

Гауфф вышла в третий круг на дебютной для себя Олимпиаде

Даниил Медведев сыграет в 1/8 финала Олимпиады-2024 в Париже

Медведев и Андреева сыграли микст на Олимпиаде-2024 в Париже

Moscow.media

Axenix представила «Smartax СППР» для банков и страховых компаний

Лидер чеченской общины в Омске получил срок за вымогательство

Пьяный водитель погубил трёх человек: возбуждено дело

Филиал № 4 ОСФР по Москве и Московской области информирует: За полгода 14,9 тысячи жителей Московского региона оформили страховую пенсию в автоматическом режиме на портале госуслуг











Топ новостей на этот час

Rss.plus






Лихорадка Западного Нила скоро обрушится на Москву

В Подмосковье 17-летней девушке удалили гигантскую семикилограммовую опухоль

«Спартак» разгромил московское «Динамо» в Кубке России

Совет молодых специалистов Градостроительного комплекса столицы организовал забег «Всегда вместе»