VENEZIA. Santa Marta e San Basilio da aree periferiche e in progressivo degrado della città storica, a zone “rigenerate” dalla presenza degli studenti universitari e dalla buona convivenza stabilità dagli abitanti. E’ un progetto che Iuav sta portando avanti ormai da due anni in questa parte di Venezia e che cominci a dare i primi interessanti risultati, come spiega anche il rettore Alberto Ferlenga.
«Questa parte della città sta cambiando anche grazie alla presenza costante di migliaia di studenti di Iuav e Ca’ Foscari», spiega Ferlenga, «e in particolare l’attivazione del nuovo studentato di Santa Marta che ospita circa 650 giovani ha innescato in questa zona un’attività di ritorno residenziale, di piccole attività commerciali e di riuso e sistemazione di alcuni spazi».
Iuav è impegnata su questo tema su diversi fronti: sono stati condotti specifici corsi e un workshop a cura della professoressa Raffaella Fagnoni che ha coinvolto sia gli studenti sia la comunità locale nella progettazione di diverse iniziative, quali ad esempio un mercatino del baratto, il cui risultato costituisce la base per una richiesta di finanziamento al Ministero della Cultura nell’ambito dei progetti legati al rapporto tra cultura e rigenerazione urbana.
Vi è l’interesse anche della banca Crédit Agricole FriulAdria e a riguardo è stata già avviata una discussione con l’Università di Ca’ Foscari e con i rappresentanti delle associazioni locali per discutere di questo tema anche con l’Autorità portuale di Venezia, che è in un certo senso, il “padrone di casa”, avendo la proprietà di buona parte delle aree cedute in concessione alle università. Inoltre, insieme al professor Stefano Munarin e al Cus, è stato stilato un protocollo per la messa in sicurezza, la riorganizzazione dell’area e la riapertura del campetto di Santa Marta in gestione comune.
Il campetto è di proprietà di Iuav e in questo momento non è coperto da alcuna convenzione d’uso.
L’area tecnica sta curando un progetto e un cronoprogramma per la riqualificazione di tale area nella previsione dell’avvio di un concorso interno, oltre che per il campetto, anche per il giardino autogestito vicino all’ingresso della sede di Ca’ Foscari e il minibasket adiacente all’ex convento delle Terese, fino ad arrivare al canale.
Anche su questo è stato richiesto l’intervento di Fondazione di Venezia per mettere in relazione un’area come quella di Santa Marta, che ha tante possibilità dal punto di vista degli eventi e del design partecipativo, con le iniziative dell’area del Museo M9 a Mestre.
Questo rilevante processo rigenerativo è nato ed è promosso dall’Università Iuav ma sta guadagnando nel tempo molta attenzione.
Fondazione di Venezia nell’ultima convenzione siglata con l’ateneo ha già stanziato per l’iniziativa 20 mila euro.
«Il progetto», spiega ancora Ferlenga, «si allarga anche alla nostra sede delle Terese che stiamo ristrutturando, dopo che non è più andato in porto lo scambio con Ca’ Foscari per San Sebastiano, e che vogliamo dotare di un nuovo impianto di riscaldamento geotermico, che vorremmo allargare anche agli alloggi comunali presenti nella zona. Pensiamo anche all’organizzazione all’esterno di una manifestazione annuale dedicata al design che possa vedere anche il coinvolgimento della popolazione di Santa Marta».
Università e città chiamate così a collaborare per rivitalizzare una parte di essa. Al di là della sola monocultura turistica. Una prospettiva ancora embrionale ma promettente, per i primi risultati che sta ottenendo proprio tra Santa Marta e San Basilio. —
Riproduzione riservata