Laura Boldrini è uscita dall’ospedale Rizzoli di Bologna, dopo l’intervento chirurgico per la rimozione di «un tumore al femore, un sarcoma raro». Sono stati tagliati «25 centimetri di femore e al suo posto hanno messo una protesi in titanio, con una calza», ha spiegato l’ex presidente della Camera. «L’osso ricrescerà ma non sarà una passeggiata. La cosa positiva è che non hanno trovato infiltrazioni. Non voglio pensare a cosa sarebbe stato se la mia amica non avesse insistito». Un’amica che Laura tiene a ringraziare perché, come ha spiegato al Corriere della Sera, «ha insistito perché mi facessi una risonanza magnetica, io pensavo fosse un problema al nervo sciatico».
«Esco dall’ospedale Rizzoli di Bologna trasformata rispetto alla donna che vi è entrata due settimane fa. Indubbiamente sono stati i giorni più difficili della mia vita, che hanno lasciato segni indelebili nel corpo e nella mente», ha scritto l’ex presidente della Camera su un post di Facebook. «La malattia che si impone e mette tutto il resto in secondo piano, la malattia che tira fuori le fragilità nascoste sotto corazze sapientemente costruite nel corso di una vita. Non si è mai pronti, specialmente quando ad abbattersi è uno tsunami inaspettato. Eppure bisogna far fronte con le forze di cui si dispone, con quel che ne resta».
E ancora: «La mia più profonda gratitudine va a chi mi ha operata, a chi mi ha curata e assistita in questi giorni. Con competenza e umanità. Volti che, sia pur nascosti sotto la mascherina, rimarranno per sempre impressi nei miei ricordi», ha aggiunto. «Mi sono ritrovata inserita in un contesto ospedaliero con ritmi serrati: ogni giorno interventi chirurgici lunghi e complessi, con persone che giungono qui da tutto il Paese, ognuna con il proprio bagaglio di angoscia e di speranza. Anche tanti bambini e tante bambine, adolescenti che devono, troppo presto, convivere con il dolore e i cui genitori si sentono impotenti. Una realtà che insegna tanto a chiunque sia disposto a recepire».