Con Anna la televisione italiana ha un nuovo grande autore che firma dalla scrittura alla regia, ed è uno scrittore: Niccolò Ammaniti

Le serie che crea - la prima, Il Miracolo, da zero; la seconda, Anna, come adattamento, con un alto tasso di indipendenza creativa, di un suo romanzo - sono nuove, diverse, di forte impatto visivo quanto emotivo, capaci di far discutere e di muovere a pensare… Tanto. 
Le serie di Ammaniti riescono come poche altre in Italia ad avere un respiro internazionale e una qualità che pone l'autore direttamente al pari di quelli più iconici della tv del nuovo millennio: Charlie Brooker di Black Mirror, Steven Moffat di Sherlock, Damon Lindelof di Watchmen e Leftovers, Jonathan Nolan di Westworld, etc.

I suoi, sono pezzi unici che nonostante questo arrivano come storie dal valore universale. E Anna supera Il miracolo nel riuscire a essere speciale. 

Parleremo tanto di Anna nei prossimi giorni visto che dal 23 aprile, oggi, è sia in linea con tutti i suoi episodi disponibili on demand su SkyGo e in streaming su NOW, ma anche in diretta, con doppie puntate, su Sky Atlantic, con cadenza settimanale. 

La serie si svolge in una Sicilia in cui sono rimasti solo i bambini e non da un giorno, ma da 4 anni. Un virus che uccide chiunque sia adulto (anzi, chiunque raggiunga la maturità sessuale dopo la pubertà), ha fatto piazza pulita in poche settimane di genitori, fratelli maggiori, zii, parenti lontani, amici, professori, medici, poliziotti, scienziati, etc… Bambini di 6-7 anni, come la protagonista della storia, Anna, si sono ritrovati a fare da famiglia a neonati di poche settimane, in un mondo di cui conoscevano poco, in cui si è fermata qualsiasi attività e produzione, in cui non c'è nemmeno più l'elettricità, se non quella garantita da quei pochi che hanno fatto i tempo a raccogliere quel minimo di istruzione e vita che permette di andare oltre l'uso delle pile o delle batterie. 

Anna
REGINE DE LAZZARIS AKA GRETA

I bambini di questa storia sono qualcosa che nessuno di noi ha mai visto in tv e forse anche al cinema e non ci faranno dormire la notte con la loro ingenuità e insieme crudeltà, dettata dalla fame e dalla necessità, ma qualche volta anche da una natura cattiva che non ha trovato chi aiutasse a discernere tra il bene e il male, il giusto e lo sbagliato. Ogni episodio di Anna è una sfida a superare tutto quello che più ci spaventa da adulti, vissuto però da bambini. Ed è distopia incredibilmente realistica e cruda, eppure piena di poesia. Forse accade perché da Il Miracolo ad Anna, il lavoro si è fatto come più concentrato e quindi con una coerenza di visione ancora più impattante. Nel primo il team si componeva  di altre 4 persone alla sceneggiatura  e 2 alla regia oltre ad Ammaniti, ora alla scrittura sono “confermati” giusto lui e Francesca Manieri, alla regia solo lo scrittore, ormai pronto a portare la sua visione ed estetica a un grado più alto di autonomia autorale.

Alla compattezza e coerenza narrativa, poi, si unisce la freschezza di un cast giovanissimo che è per lo più alla sua prima esperienza ma raggiunge livelli di intensità che, come spesso capita con gli attori bambini, è per lo più se non solo dei grandi interpreti

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