Lo schianto mercoledì sera alle porte della città. Le vittime abitavano a Ferrara. Ieri lo strazio dei parenti e della comunità
Marcello Pulidori
Ieri per due famiglie, è stato il giorno del dolore e dello strazio. L’incidente di mercoledì sera avvenuto alle porte della città in cui hanno perso la vita due operai marocchini di 55 e 46 anni era ancora sulle labbra di parenti e amici.
Le vittime sono Abdelhadi Makoussi, 55 anni, e il collega e connazionale Mohamed Moursli, 46 anni. Mercoledì attorno alle 21,30 quando è avvenuta la tragedia si stavano recando al lavoro. Erano impiegati come facchini per una ditta che opera all’Interporto di Bologna. Avrebbero dovuto prendere servizio alle 22. Lo scontro, terribile, avvenuto su via Poggio Renatico incrocio via Padusa, proprio al confine tra i territori di Ferrara e Poggio Renatico, non ha lasciato scampo ai due padri di famiglia. La Citroen C3 su cui viaggiavano dopo lo scontro con l’altra auto condotta da un cinese, si è capottata nell’acqua del canale che costeggia la vicina via Imperiale.
Makoussi, 55 anni, abitava con la famiglia a Ferrara in via Nazario Sauro 5, a pochi passi dalla stazione ferroviaria. Qui, sotto casa sua ieri abbiamo incontrato la figlia 18enne la quale, accompagnata da un’amica di famiglia, ha trovato la forza per raccontare chi era il papà: «Posso dire che mio padre è stato tutto per me e grazie a lui posso ora guardare con fiducia al futuro nonostante questo dramma immenso».
Molto scossa, la giovane è stata riaccompagnata subito dalla madre. Dall’ingresso del condominio su via Sauro si scorge l’andirivieni di parenti, amici, conoscenti. La comunità marocchina è una delle più numerose e coese della città.
L’amica di famiglia ci consegna alcune parole: «È un dramma per tutti noi – dice – sia Abdelhadi che Mohamed sono stati uomini e padri da prendere come modello, perfettamente integrati nella società italiana, e in particolare in quella ferrarese nella quale ormai si riconoscevano per larghi tratti».
Ci trasferiamo in via Argine Ducale 337 per incontrare la moglie e alcuni parenti stretti dell’altra vittima, Moursli. Qui incontriamo una partecipazione più numerosa ma il dolore è lo stesso visto in via Sauro. È proprio la giovane signora ad accoglierci con rara disponibilità: «Mohamed era il marito che tutte le donne vorrebbero – dice la moglie, anche lei originaria del Marocco – viveva per la sua famiglia e per il suo lavoro. Non usciva mai, le sue energie erano tutte per noi e per i colleghi. Ricordo tutto il bene che ci voleva – prosegue la moglie – e quando c’era qualche problema lui mi ricordava che avevamo la salute e quindi avevamo tutto». Mentre parla, la donna tiene stretta a sé la foto del marito. E piange. Come si diceva, la comunità marocchina è una delle più unite, e in queste ore sono molti gli uomini, parenti amici e anche persone che conoscevano le vittime, che fanno tappa nelle casa delle famiglie così duramente colpite. Fuori, nel cortile, ci sono altri parenti e amici della famiglia Moursli. La moglie ci racconta che mercoledì sera, arrivata sul luogo dell’incidente, è svenuta a causa del dolore. Tutti hanno una parola per ricordare Mohamed e l’altro amico perduto in questa tragedia stradale.
Chi era sul posto ha dovuto sopportare scene molto dure da vivere. L’impatto del veicolo su cui viaggiavano Makoussi e Moursli è stato violentissimo e per gli occupanti della Citroen non c’è stato nulla da fare. Una delle due vittime è stata estratta dall’abitacolo immerso nell’acqua da alcuni colleghi che seguivano la vettura. L’altro occupante è rimasto imprigionato nelle lamiere ed è stato estratto dai vigili del fuoco. Al volante dell’altra auto un cinese rimasto ferito. –
© RIPRODUZIONE RISERVATA