Il Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) dopo settimane di annunci, indiscrezioni e tanta, tanta attesa è ai blocchi di partenza. Il testo del documento si concentra molto bene sul lato tecnologico e sulle infrastrutture, inciampando però sulla riforma fiscale. A questa infatti è stato dedicato poco spazio. Eppure, nelle prime pagine si legge come il Pnrr comprenda un ambizioso progetto di riforme, e tra questi "è prevista infine una riforma fiscale, che affronti anche il tema delle imposte e dei sussidi ambientali". Nel testo però l'aspetto fiscale è trattato in modo sfuggente.
Si dice che sarebbe auspicabile raccogliere le varie norme in un unico testo
Il Pnrr, che ricordiamo arriverà alle camere settimana prossima e entro fine mese sarà inviato al Parlamento europeo per valutarne la bontà, presenta però notevoli punti di forza. Il primo pilastro che ha il focus sulla digitalizzazione, l'innovazione, competitività e cultura è molto ben strutturato. Per questi interventi sono stati stanziati 43,56 miliardi di euro e coprono diversi obiettivi. Si parte dal digitalizzare della pubblica amministrazione italiana con interventi tecnologici ad ampio spettro (cloud, interoperabilità dei dati, servizi digitali e cyber sicurezza) accompagnati da importanti riforme strutturali, alla giustizia. L'innovazione non riguarderà infatti solo la Pa ma anche la il mondo del diritto. Anche qui sono previsti investimenti tecnologici e nella gestione del carico pregresso di cause civili e penali. Una spinta verso una maggiore digitalizzazione la si darà anche al mondo produttivo con un focus in particolare sulle piccole e medie imprese (Pmi), oltre che al turismo e alla cultura. Ma non solo, perché il Governo ha guardato anche fuori dai confini nazionali ed europei. Una parte dei 43,56 miliardi saranno infatti destinati allo sviluppo di infrastrutture satellitari per il monitoraggio digitale a tutela del territorio e più in generale alla space economy e alle tecnologie emergenti.
Altro pilastro molto ben strutturato e quello dedicato alle infrastrutture e ad una mobilità sostenibile (25,33 miliardi). In questo caso l'area di intervento sono i trasporti con il focus il miglioramento della competitività, della digitalizzazione dei sistemi logistici della mobilità ferroviaria nazionale e regionale. Come centrare gli obiettivi preposti? Attraverso quattro diramazioni. La prima si concentrerà sulla realizzazione di un sistema infrastrutturale moderno, sostenibili e digitale. Il secondo vedrà lo sviluppo di interventi ferroviari diffusi di alta velocità di rete, integrati con il trasporto regionale. In aggiunta ci sarà anche il potenziamento dei servizi di trasporto merci secondo una logica intermodale in relazione al sistema degli aeroporti. La terza area si concentrerà invece sui sistemi di monitoraggio digitali e utilizzabili da remoto. E infine la quarta si lancerà nella sfida della competitività, con un occhio sempre attento all'ambiente, per il sistema aereoportuale.
Gli altri pilastri di sviluppo del Pnrr sono la rivoluzione verde e la transazione ecologica (57,50 miliardi). Gli obiettivi in questo caso si sono concentrati su un'agricoltura sostenibile, sulla transazione energetica e sulla tutela del territorio e della risorsa idrica. Poi abbiamo quello dell'inclusione e coesione (18,87 miliardi) che guarda alle politiche per il lavoro e alle infrastrutture sociali. Penultimo pilastro l'istruzione e la ricerca con 31,62 miliardi. E infine il mondo della salute con 15,63 miliardi e l'obiettivo di sviluppare la telemedicina, e digitalizzare il sistema sanitario. Il tutto porta a 191,5 miliardi di euro. Il nostro Paese ha deciso dunque di sfruttare appieno le risorse messe in campo dall'Ue.