Luca Gardinale
Dalla battaglia delle percentuali all’inedito asse che in Consiglio comunale ha visto il gruppo di Fratelli d’Italia-Popolo della Famiglia a portare in aula le istanze del comitato Priorità alla Scuola. L’aumento della didattica in presenza alle scuole superiori è stato al centro dell’agenda politica di ieri, da Roma a Modena passando per Bologna. E se dopo aver fissato il limite minimo del 70% per le attività in presenza da lunedì prossimo il governo ha concesso delle deroghe per le Regioni in difficoltà, l’Emilia Romagna ha deciso di ufficializzare la riapertura al 70%, mettendo così freno a un balletto di cifre che rischiava di mandare in tilt il sistema. Da lunedì, dunque, le lezioni in aula per le superiori modenesi passeranno dal 50 al 70% - regola che vale per le zone gialle e quelle arancioni: «La decisione - affermano l’assessore regionale alla Scuola Paola Salomoni e il collega alla Salute Raffaele Donini - è stata quella di adottare per il momento la misura di precauzione e massima sicurezza tra quelle previste dall’esecutivo nazionale, che dà la possibilità di arrivare fino al 100% di presenza in zona gialla o arancione».
Sempre sul fronte scuola, ieri mattina a Modena si è riunito il tavolo prefettizio per prendere atto del 70% in presenza indicato dal decreto Draghi, che ha costretto a rivedere l’ipotesi del 60% a turno unico su cui in provincia si era trovata un’intesa sia a livello di spazi che di trasporti. Turno unico - ovvero entrata alle 8 per tutti - che non è più sostenibile con l’aumento della percentuale voluto da Draghi: «Passiamo al 70% - ha annunciato il prefetto Alessandra Camporota - lunedì e martedì saranno sicuramente ancora a turno unico, perché abbiamo ottenuto un impegno straordinario di Amo e Seta a mettere in campo per due giorni ogni risorsa possibile, di mezzi e di uomini, per garantire l’ingresso di tutti alle 8, per non sconvolgere le abitudini delle famiglie. Poi si pensa da mercoledì a un doppio turno così strutturato: ingresso del 50% degli studenti alle 8 e del 20% alle 10. Data l’ampia disponibilità di spazi, il turno unico anche con il 70% verrà sicuramente mantenuto in tre scuole della montagna: Palagano, Pievepelago e Monteombraro di Zocca». L’intesa su queste modalità è stata raggiunta alla presenza anche dei rappresentanti di studenti e genitori.
Ma il tema riaperture è stato al centro anche di tre mozioni presentate ieri pomeriggio in Consiglio comunale. In particolare, a fare proprie le istanze del comitato Priorità alla Scuola è stato il gruppo Fdi-Pdf, mentre Pd e alleati hanno cercato di correre ai ripari presentando altre due mozioni (che a differenza di quella dell’opposizione sono state approvate). «La gestione della tematica della scuola durante la pandemia - ha spiegato in aula la consigliera Elisa Rossini - è stata un totale fallimento a livello centrale e regionale. Certo, gestire tutto questo non è semplice, ma oggi ci troviamo nella stessa situazione di un anno fa, e questo è inaccettabile, perché in un anno non è stato fatto nulla. Anche a livello locale è mancata la capacità di guardare in faccia ai problemi - ha chiuso Rossini - e oggi, con la scuola in grave difficoltà, gli assessori pensano a far ripartire la movida...». —
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