L’Orticoltura Gandini di Guidizzolo garantisce prodotti per 365 giorni all’anno in serra: con un risparmio idrico del 90%
MANTOVA. Ai parassiti ci pensano degli aiutanti speciali: insetti buoni che sostituiscono la chimica. L’impollinazione dei fiori è affidata ai bombi, e l’acqua non assorbita dalle piante viene recuperata e rimessa in circolo. Sotto le serre super tecnologiche dell’Orticoltura Gandini di Guidizzolo, 16 ettari di coltivazione fuori suolo che garantisce frutti per 365 giorni l’anno, il pomodoro ha un’anima verde.
Nata negli anni Sessanta, la vocazione per l’oro rosso l’azienda l’ha scoperta nel 1993 con la prima serra per produrre pomodori da tavola. Ora ne produce dieci varietà diverse, per un totale di 72mila quintali di frutti venduti. Al raccolto di Guidizzolo si aggiunge quello delle aziende partner in Puglia, Veneto e Sicilia, tutte realtà che condividono con l’Orticoltura Gandini disciplinare e valori. Il rispetto per l’ambiente fa parte del pacchetto.
Si comincia con i prodotti fitosanitari, ridotti al minimo, se non a zero: per combattere gli insetti dannosi, vengono liberati insetti alleati. Ma tra le piante dell’azienda ci si può imbattere anche nei bombi, imenotteri simili ad api giganti che escono al mattino dalle loro “bombox” e se ne vanno in giro tutto il giorno tra i fiori. Il loro compito è impollinare. La filosofia aziendale prevede anche il massimo rispetto per le risorse impiegate: nutrienti e acqua vengono dati alle piante nella giusta misura, senza eccessi. In questo caso è la tecnologia ad affiancare l’uomo: un sistema computerizzato che regola anche quantità di luce (principalmente a led) e temperatura.
Fa bene all’ambiente e migliora la qualità dei frutti: «Perché in questo modo - spiega Mattia Gandini, responsabile commerciale - ogni giorno creiamo il microclima migliore per le nostre piante». Per l’acqua, poi, l’attenzione va oltre: somministrata a gocce, viene recuperata attraverso delle canalette e riutilizzata nei cicli successivi, e «il risparmio idrico è pari a circa il 90% rispetto alle coltivazioni classiche». Rispetto a queste ultime, poi, c’è un vantaggio in più: le piante dell’azienda crescono in un substrato di lana di roccia, in cui non è presente il nichel. I pomodori sono, quindi, nichel free.
“Green” anche le confezioni per i pomodorini (nel 2020 ne sono state vendute 8 milioni), composte da un vassoio di cartone e da pellicola ed etichette compostabili. Ma esiste pure una linea di packaging in plastica RPet, riciclata al 100%. Il mercato approva. L’azienda serve venti catene della grande distribuzione italiana e sta cominciando a espandersi all’estero: per ora Svizzera e Germania.
La posizione geografica strategica consente di raccogliere al mattino e di consegnare ai magazzini nel pomeriggio: così i frutti arrivano freschissimi sui banchi dei supermercati. Il futuro? «Noi sperimentiamo sempre. Nel giro di poche settimane lanceremo il pomodoro nero “yoom”, ricco di antocianine e sali minerali. Un super food». —