FERRARA. Liti, aggressioni, discussioni che diventano botte, e poi violenze anche sessuali, perlopiù sulle donne: mogli, compagne e figlie. In alcuni casi anche gli uomini vittime, ma si contano sulle dite di un mano. Numeri che fanno rabbrividire, quasi 100 casi in questo primo periodo del 2021: 3 al giorno, da tre mesi, che hanno impegnato l’Arma dei Carabinieri, le cinque Compagnie della provincia.
BRIGADIERE PICCHIATO
Carabinieri che arrivano loro stessi a diventare le vittime: il caso di un brigadiere che durante un intervento per l’allarme lanciato dalla moglie di turno è stato picchiato dal marito, violento, poi denunciato. Numeri da capogiro, dicevamo. Eccoli: soltanto dall’inizio dell’anno, i Carabinieri hanno indagato su 10 atti persecutori per stalking, 25 maltrattamenti in famiglia e 9 violenze sessuali: «un dato preoccupante - spiegano dall’Arma - anche se numericamente inferiore allo stesso periodo dell’anno precedente (ad eccezione per le violenze sessuali) e comunque allarmante poiché rivolto a vittime appartenenti ai nuclei familiari, donne (madri, mogli o figlie), anche se talvolta accade che siano i mariti ad essere percossi».
Un attività di supporto alle vittime e di contrasto agli aggressori violenti che ha visto l’Arma adottare un arresto, 34 denunce in stato di libertà, 6 provvedimenti precautelari (divieti di avvicinamento o allontanamento) e tre procedure in regime di “codice rosso”, oltre a 6 richieste di ammonimento inoltrate alla Questura.
Come dicevamo, non è sempre facile intervenire: occorre sempre più una specializzazione durante dopo i fatti. Ed una sensibilità che porta sezioni speciali dell’Arma ad ascoltare prima, e proteggere, poi le vittime: «cercando di far superare loro il senso di colpevolizzazione per ciò che è accaduto», spiegano dall’Arma. E tra i tanti retroscena, quello emerso durante un intervento dei mesi scorsi, di frapporsi fisicamente tra vittime ed aggressori, facendo da scudo alle vittime, come accaduto ad un brigadiere aggredito e ferito da un marito violento.
IL CASO BOBBY
Una attività di prevenzione e di indagine che proprio ieri ha visto la conclusione di uno dei casi limite gestiti dai Carabinieri di Ferrara e concluso con il processo - e la condanna - a “Bobby”, lo spacciatore-stupratore di una ragazzina per una dose di cocaina, per la violenza sessuale dietro la stazione. Oppure, l’altro caso di questi giorni della decisione di allontanare dalla casa di famiglia - richiesta dai militari impeganti - di un marito violento, sostenuta dalla procura e concessa dal tribunale. Casi che debbono restare anonimi, perchè spiegano dall’Arma: «non si ritiene di darne visibilità pubblica, non per nascondere il problema ma solo per proteggere le vittime dallo stigma sociale, ancora presente, e consolidare il rapporto di fiducia che le vittime devono necessariamente nutrire negli interlocutori istituzionali ed in particolare delle forze di polizia». —
D.P.
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