Dal 26 aprile via alle prenotazioni per la fascia 65-69. Dal 10 maggio agende aperte per l’età 64-60
FERRARA. L’orizzonte regionale sulla disponibilità di vaccini al momento è fermo al 25 aprile, data entro la quale sono attese 300mila dosi tra le 224.640 di Pfizer e le 69.900 di AstraZeneca (di cui 900 consegnate all’ospedale del Delta da Poste Italiane). E le 12mila di Johnson&Johnson annunciate (e al momento non smentite) per il 16 aprile.
NUOVE PRENOTAZIONI
Ma nelle due settimane successive, ha detto ieri l’assessore regionale alla Sanità Raffaele Donini facendo il punto sulla campagna vaccinale in Emilia Romagna, ci si prepara a un cambio di passo, come assicurato dal generale Figliuolo, puntando a mezzo milione di somministrazioni al giorno su tutto il territorio nazionale, che per la nostra regione si traducono in 37-40mila iniezioni quotidiane, 4mila nel Ferrarese.
Con questi numeri, ha proseguito Donini, è possibile fissare altre due importanti tappe del programma di immunizzazione: da lunedì 26 aprile si aprono le prenotazioni per la fascia 65-69 anni (i nati dal 1952 al 1956 compresi), e da lunedì 10 maggio per la fascia dai 60 ai 64 anni, ovvero le classi dal 1957 al 1961.
A oggi, ha sottolineato l’assessore, l’Emilia Romagna è “ancorata” a 20-22mila dosi giornaliere per non rischiare di esaurire le scorte vaccinali necessarie per assicurare le prenotazioni e i richiami, una «situazione frustrante» tanto più che i soli 140 centri vaccinali sarebbero già in grado di effettuare 37mila somministrazioni al giorno, a cui aggiungere il resto della rete dei vaccinatori.
APPUNTAMENTI A RISCHIO
Le nuove direttive del commissario straordinario entrate in vigore il 6 aprile hanno messo al primo posto anziani e vulnerabili. Questo, ha spiegato Donini, ha determinato qualche modifica nel programma vaccinale: stop dunque alle nuove prenotazioni per tutte le altre categorie come il personale della scuola e dell’Università, le forze dell’ordine e le forze armate. Resta l’incognita per tutte quelle prenotazioni che erano state prese prima del 6 aprile: sono qualche migliaio, e la Regione ha inviato una lettera a Figliuolo chiedendo di poter procedere con le vaccinazioni, senza cancellare gli appuntamenti.
SOGGETTI IN SOVRAPPESO
Gli obiettivi primari sono dunque anziani ed estremamente vulnerabili: l’85% degli over 80 ha ricevuto la prima dose, il 50% il richiamo e si conta di chiudere i primi di maggio. Entro maggio si conta di completare la vaccinazione per gli estremamente vulnerabili e i disabili gravi.
Tra gli estremamente vulnerabili rientrano anche le persone in grave sovrappeso, ovvero tutti coloro che hanno un indice di massa corporea superiore a 35. Una popolazione tanto vasta (se ne stimano 350mila in regione nella fascia 16-69 anni) quanto “sfuggente” perché non spesso non certificata. Da qui un’importante novità della campagna vaccinale grazie a un accordo tra la Regione e l’associazione dei farmacisti: a partire dalla prossima settimana le persone in grave sovrappeso potranno andare in farmacia per eseguire il test per l’indice di massa corporea. Se questo dovesse inserirli nella categoria degli estremamente vulnerabili, il farmacista fisserà subito la prenotazione tramite Cup.
Il calendario prosegue intanto con le fasce 75-79 anni, e 70-74 (già 100mila vaccinati, un quarto del totale), e quelle per i genitori, tutori o affidatari di minori di 16 anni estremamente vulnerabili. Tra tutti i cittadini sotto i 60 anni di età, sarà invece data priorità ai soggetti fragili perché affetti da altre patologie.
A scombinare il calendario vaccinale sono intervenute anche le nuove indicazioni sull’uso di AstraZeneca solo per soggetti sopra i 60 anni. «Una raccomandazione, non un divieto», ha precisato però Licia Petropulacos, direttrice generale Cura della persona, Salute e Welfare, chiarendo anche che tutti gli under60 che hanno ricevuto la prima dose di AstraZeneca faranno il richiamo con lo stesso vaccino.
I RICHIAMI
Potrebbero invece slittare di qualche giorno i richiami di Pfizer, per i quali è possibile una “finestra” dai 21 ai 42 giorni. In caso di carenza di scorte vaccinali non si esclude che le seconde dosi vengano posticipate di qualche giorno.
Altro capitolo importante: le vaccinazioni in azienda che hanno già incontrato la disponibilità di molte realtà, soprattutto medio grandi: «Un segno di grande responsabilità civile - ha detto Donini - Abbiamo chiesto ai due ministeri competenti di individuare i termini quantitativi e qualitativi dei lavoratori da immunizzare, sulla base dei rischi connessi all’attività». Si punta a cominciare alla fine di maggio ma tutto dipende, ancora una volta, dalle scorte di vaccini. —
Alessandra Mura
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