Sono entrambi siciliani, hanno solo un anno di differenza e una carriera ben avviata nel mondo del cinema, eppure Elvira Camarrone e Christian Roberto, prima del loro primo provino per Sulla stessa onda, il film di Netflix che li vede protagonisti, non si erano mai visti. «Inizialmente c’era un po’ di imbarazzo ma, un attimo dopo, ho iniziato a sentire le farfalle nello stomaco nonostante non avevo idea di chi avessi davanti. Era come se lo conoscessi da una vita» racconta Elvira, palermitana, 18 anni, su Zoom prima che Christian, messinese, 19 anni, prenda la parola. «Ci siamo trovati subito. Non ci conoscevamo, ma tra noi si è creata subito un’alchimia particolare che abbiamo portato avanti durante le prove e il girato: tutto quello che si vede nel film è davvero reale, molto sentito» sottolinea l’attore che, insieme ad Elvira, al regista Massimiliano Camaiti e a tutta la troupe di Sulla stessa onda, è stato impegnato nelle riprese in Sicilia per sei settimane, nove se consideriamo che sia lui che Camarrone hanno affrontato un mese di prove per imparare a destreggiarsi con la vela, la passione che unisce Lorenzo e Sara, i due protagonisti del film, legati da un amore così profondo da avere la meglio sulla distrofia muscolare di cui lei è affetta.
Che rapporto avete con lo sport?
Christian Roberto: «Nasco come ballerino. Quando mio padre mi portava a calcio e vedeva che ero contento di fare gol solo perché potevo ballare esultando ha capito che era il caso di iscrivermi a una scuola di ballo. Da lì ho scoperto la recitazione e il canto: è iniziato tutto quando avevo 5 anni e continua ancora oggi, con studio e impegno, da Messina a Roma, dove vivo da otto anni».
Elvira Camarrone: «Anche io ho ballato per molto tempo, per otto anni e mezzo. Arrivata ai 14 anni, però, ho dovuto fare una scelta tra la danza e il teatro perché sapevo di non poter fare entrambe le cose allo stesso livello. Ho scelto di prendere la strada che pensavo facesse più per me ed è andata bene».
La miccia verso l’attitudine artistica, invece, quando scatta?
C.R.: «Grazie a Michael Jackson. Sono un suo fan sfegatato fin da quando ero piccolo, è sempre stato la mia guida».
E.C.: «Alle bambine capita spesso dire che da grande vorrebbero fare le attrici ma, nel mio caso, lo pensavo veramente. Guardavo i film e subito dopo provavo a imitare quello che vedevo in televisione, facevo le recite davanti ai parenti e non c’è voluto molto prima che i miei capissero che la mia non era una passione passeggera. Devo dire grazie a loro perché mi hanno sempre appoggiata e supportata in questa scelta».
Cosa fanno i vostri genitori?
C.R: «Quando eravamo a Messina mio padre aveva un negozio di abbigliamento che ha chiuso quando ci siamo trasferiti a Roma, mentre mia madre, che è australiana, è insegnante d’inglese: ora collaborano insieme. Hanno pensato che sarebbe stato meglio spostarsi perché fare avanti e indietro a ogni provino non era facile: lo hanno fatto per me, hanno scelto di trasferirsi per darmi un’opportunità ed è per questo che spero di renderli sempre più fieri di me».
E.C.: «Mia madre lavora al Museo delle Marionette di Palermo, contatta le compagnie che vengono a fare gli spettacoli, mentre mio padre è giornalista della Rai, direttore artistico di un festival a Palermo, ma anche scrittore e insegnante all’università, un po’ di cose».
A occhio e croce, mi sembra che entrambi siate arrivati dove volevate.
C.R.: «Assolutamente sì. Insieme alla bravura, abbiamo avuto anche la fortuna di essere al posto giusto al momento giusto».
E.C.: «A questa età abbiamo una fortuna enorme a trovarci su una piattaforma del genere, quindi sì, credo di essere arrivata in un certo senso, e sono molto contenta di questo».
Siete molto giovani, avete tutte le opportunità del mondo eppure l’industria cinematografica, per via del Covid, continua a soffrire. Siete ottimisti?
E.C.: «Certo. Io, poi, sono molto ottimista come persona, credo sempre che ci sia una speranza. Voglio pensare che ricominci tutto prestissimo e, nel frattempo, mi auguro di continuare a studiare e imparare. Mi piacerebbe provare a entrare al Centro Sperimentale, continuare a fare tutta la vita quello che mi piace».
C.R.: «In genere non sono ottimista come Elvira, ma su questo voglio esserlo: anche io voglio sperare che tutto possa riaprire il più presto possibile ma, intanto, mi reputo fortunato».
Per il vostro di futuro, invece, che sogni avete?
E.C.: «Sono una fan accanita di Woody Allen e di Quentin Tarantino. Se davvero non c’è un limite ai sogni, mi piacerebbe tantissimo poter arrivare a Hollywood: lì potrei morire felice».
C.R.: «Il sogno di essere il protagonista di un film di Netflix l’ho realizzato, quindi a questo punto non rimane che la stella sulla Walk of Fame. Credo che Hollywood sia il sogno di tutti, l’importante nella vita è andare oltre e spingere al massimo».
Lavorereste di nuovo insieme?
E.C: «Anche domani. Dopo la fine delle riprese continuiamo a sentirci, a videochiamarci e a raccontarci tante cose: si è creato un rapporto di amicizia davvero molto forte e sarebbe bello trovarci su un nuovo set, chissà».
C.R.: «Abbiamo davvero un bellissimo rapporto, e la cosa include anche Massimiliano, il nostro regista: se ci sarà la possibilità di ritrovarci tutti e tre insieme in futuro sarei più che felice».
E.C.: «Magari proprio a Hollywood».
Qual è il vostro più grande talento?
E.C.: «Sono una persona molto solare, cerco di far ridere gli altri e di non essere mai giù di morale: non so se questo può essere definito un talento, ma di sicuro è una mia caratteristica. Prendo le cose come capitano, in maniera leggera».
C.R.: «Anche io sento di avere sempre il sorriso stampato in faccia, sono il classico ragazzo che fa lo spettacolino e che, quando non c’è nel gruppo, se ne sente la mancanza. Porto allegria».
(Foto in apertura di Roberta Krasnig)