SACILE. Vaccino anti-Covid, no grazie: un insegnante su dieci nelle scuole a Sacile ha cancellato oppure rinviato l’appuntamento con AstraZeneca.
«Tanti docenti e molti bidelli sono preoccupati sugli effetti del vaccino AstraZeneca – conferma Giuseppe Mancaniello, sindacalista Flc-Cgil –. Il 10 o 15 per cento dei dipendenti della scuola nutre forti perplessità, soprattutto nelle superiori. Ma non chiamateli no-vax».
Gli irriducibili stanno alla larga dal vaccino. «Tanti chiedono una dose sola – aggiunge Mancaniello –. Anche perché l’inoculazione della seconda dose AstraZeneca potrebbe coincidere con gli impegni nelle commissioni dell’esame di Stato 2021, in giugno e luglio». I professori “disobbedienti” a Sacile si giustificano: hanno allergie pregresse, oppure non vogliono reazioni post vaccino come febbre alta e soprattutto, non si fidano. “Tre o quattro docenti no-vax sono casi isolati nelle superiori a Sacile – valutano i sindacalisti Flc-Cgil –. La maggioranza chiede un altro tipo di vaccino, magari le dosi Pfizer in uso per gli ultraottantenni e aspettano la soluzione monodose».
Fuga degli insegnanti e bidelli scettici dalla campagna vaccinale e adesioni massicce, invece, degli ultraottantenni: gli anziani sono sempre in fila in via Ettoreo nella cittadella della salute per la seconda dose di vaccino Pfizer. «Vaccinarsi è un dovere – hanno detto ieri mattina alcuni ultra ottantenni – per la salute propria e altrui. La prima dose Pfizer non ha dato problemi».
Per il rientro a scuola con lezioni in presenza, forse in aprile, l’ipotesi potrebbe essere quella di sottoporre al test Covid gli insegnanti, bidelli, amministrativi, tecnici e dirigenti. «In vista del rientro possibile dopo Pasqua a scuola – aggiunge Mancaniello – si potrebbe aprire una campagna massiccia con i tamponi rapidi». Uno screening per monitorare la salute: a scuola e altrove. «Tanti sacilesi si chiedono come mai nel presidio ospedaliero non sia stato allestito un punto per i tamponi molecolari e sierologici dell’Azienda sanitaria – dice l’avvocato Anna Piemontese –. Poi le proteste sono sui tempi rallentati delle vaccinazioni per le persone fragili e anche la mancata priorità nel servizio a domicilio per anziani disabili». Piemontese indica una soluzione legittima. «In Comune c’è l’assessorato alla sanità – ricorda Piemontese –. Gli amministratori in carica e il sindaco Carlo Spagnol si possono fare interlocutori efficaci dei nostri problemi, in particolare quelli per la tutela della salute dei cittadini». —
